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Il Milan naviga in acque agitate nella stagione attuale.
Sebbene esistano e siano state create ad arte delle tabelle che mostrano statistiche apparentemente paritarie rispetto alla stagione dello scudetto, è essenziale scavare più a fondo per comprendere le reali sfide che la squadra sta affrontando.
Le cifre possono ingannare.
Sì, 49 punti sono uguali, i gol fatti sono simili, uno solo in meno rispetto ai 47, così i gol subiti, 27 quest'anno e 25 nel 21/22, ma quando si esamina l'investimento di circa 180 milioni di euro in nuovi giocatori in questi ultimi 2 mercati che ci sono in mezzo, emerge una dissonanza tra le aspettative dei tifosi e la performance sul campo.
Come mai non emerge la distanza, con asterisco, con la prima in classifica?
Una somma considerevole spesa, ma la domanda sorge spontanea: dove sono i risultati tangibili?
Il gioco della squadra, anziché migliorare, sembra essersi perso per strada, con giocatori snaturati e fuori ruolo, con Leao che ormai è un crossatore.
La crescita individuale di alcuni giocatori sembra essersi fermata, se non addirittura retrocessa in alcuni casi.
La mancanza di stimoli e la perdita di mentalità vincente contribuiscono a un quadro complessivo di insoddisfazione.
E poi i derby persi nel 2023 sono ferite aperte, senza mai tirare in porta.
Un punto cruciale è la mancata qualificazione alla Champions League nella stagione precedente, nonostante il quinto posto ottenuto. Questo ha influito negativamente sulla programmazione e sulla preparazione della squadra per le competizioni attuali.
La realtà è che a gennaio del 2024 il Milan si è trovato già fuori da qualsiasi competizione, ad eccezione dell'Europa League e uscire dalla Coppa Italia in quel modo non agevola la benevolenza.
Il malcontento dei tifosi è palpabile, e, guardando un quadro più ampio con ragione.
Lo scudetto vinto in passato sembra un lontano ricordo, mentre le aspettative crescono parallelamente agli investimenti, conseguenti con il cambio di proprietà.
La squadra deve affrontare una profonda riflessione sulla sua strategia, sullo sviluppo dei giocatori e sulla gestione delle aspettative.
Pioli, che piaccia o no, è l'artefice di questi risultati, tanto che è stato ripetutamente messo in discussione.
Ma sono i tifosi scontenti se la società mette in discussione il mister, perdonateci, il coach?
Questa situazione è paradossale tanto da trasformarsi in vergognosa.
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