O vinci o sei un "pirla" La nostra più grande fortuna è che non siamo come loro!

19/05/2023

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Maggio è iniziato male e potrebbe finire peggio. Potremmo lasciarci trasportare da facili e inspiegabili isterismi, potremmo pure non scrivere, vista la delusione. Poi però ci sembra opportuno mettere i puntini sulle i, perché l’ingratitudine non può sempre aver la meglio.
L’eliminazione dalla coppa ha aperto le gabbie praticamente. Se si naviga un po' i social, ci sono fantomatici account che pensano di esser persone importanti, con competenze sul tema, che sentenziano su tutto quello che riguarda la conduzione dell’AC Milan. C’è chi vomita, insulta o sbeffeggia e chi invece si prende sul serio facendo disamine dall’alto dell’esperienza acquisita sull’ultima versione di Football Manager.
La cosa più triste, è che il peggio non sono nemmeno i tifosi avversari, avvelenati da un’infanzia difficile a veder vincere sempre gli stessi, ma proprio i tifosi rossoneri. Tifosi, sempre a parole.
Non esiste più l’accettazione della sconfitta, o vinci o sei il primo dei “pirla”, termine milanese per definire in idiota incapace. Non si cerca di fare una disamina sulle cause che hanno portato il Milan ad avere un andamento nel 2023 disastroso in campionato.
Fosse per i supporters da tastiera, dopo l’eliminazione in coppa, tutti al Milan dovevano presentare le dimissioni. Ma non è così che gira il mondo reale, pensate se all’Arsenal avessero licenziato Arteta dopo la prima annata, o lo stesso Ferguson a Manchester, o Ancelotti battezzato “perdente di successo” (prima di venire al Milan).
Nello sport come nella vita non si può sempre vincere, esistono le sconfitte, le cadute, le risalite e le ricadute. L’importante è non farsi prendere dal panico, dall’impulso e da quel senso di voglia di resettare quando le aspettative erano altre.
In maniera lucida possiamo dire che il campionato del Milan nel 2023 è qualcosa di penoso a dispetto di una Champions che ci ha visto arrivare in semifinale, cosa che non succedeva dal 2007. Meglio mettere le date, perché sembra che a qualcuno l’orologio biologico sia rimasto indietro agli anni ‘80/’90, quando un anno sì e l’altro pure, ci giocavamo una finale di Coppa dei Campioni.
I motivi del brutto andamento in serie A sono diversi, anche se si punta il dito sempre e solo verso l’allenatore. Indubbiamente il Milan gioca peggio dello scorso anno, troppo legato alle prestazioni dei singoli, senza uno spartito preciso che negli anni passati ci ha accompagnato anche quando metà squadra era infortunata.
Pioli ha le sue colpe, di certo non è stato aiutato dalla dirigenza, che crede in lui supportandolo anche nei momenti più bui, ma che non gli è andato in soccorso con una campagna acquisti consona al livello che il gruppo aveva raggiunto.
Lunga vita a Paolo Maldini, oggi e per sempre, noi con la nostra leggenda siamo pronti ad andare in guerra, sia chiaro, ma è indubbio che il mercato della scorsa estate ha portato ZERO alla squadra campione d’Italia. Se poi contiamo che si era perso un perno centrale come Kessiè, possiamo anche capire alcune difficoltà avute da Padre Pioli. Anche perché quest’anno il doppio impegno ha pesato e non poco sull’andamento complessivo.
Con una rosa corta, non tanto per quantità ma per qualità, si è arrivati al mese di maggio in debito di ossigeno e con poche idee. Qualche infortunio di troppo ha fatto il resto.
Adesso mancano tre partite per agguantare il quarto posto, anche se per molti non un degno risultato finale, evidentemente hanno resettato gli anni dal 2013 al 2020. Maldini lo aveva spiegato bene, ma se non si comprende l’italiano è difficile tradurlo, questa squadra è progettuale, ma è un cammino graduale ed in crescita negli anni, senza strappi o accelerazioni improvvise, ma costruito su basi solide. Lo step successivo richiede altri investimenti che dipenderanno dal volere o meno del proprietario di navigare a vista o andare all’assalto del tesoro.
Delle quattro semifinaliste di Champions, il Milan era quella con il minor monte ingaggi; 50 milioni di euro in meno dei cugini, 130 milioni circa meno del City, 150 milioni circa meno del Real. Se è inconfutabile che non bastano solo i soldi per vincere, la dimostrazione è il campionato vinto da noi lo scorso anno e quello del Napoli di quest’anno, è altrettanto vero, che nel tempo per tenere una costanza di risultati, diventa importante aver più risorse.
Se ad alcuni si permette di gareggiare con conti che un’azienda normale porterebbe i libri in tribunale, non è certo colpa del Milan. Quindi, invece di chiedere la testa di tizio e caio, siate orgogliosi di chi con meno mezzi ed in totale regolarità, tiene fino a quando può testa all’avversario di turno.
Il nuovo fair play, la fine del giochino delle plusvalenze e le magie con sponsor fasulli, renderanno nudo il re. Sarà quello il momento in cui molti si renderanno conto di quello che ha fatto il Milan dall’avvento di Elliott ad oggi.
A fine stagione auspichiamo una bella riunione interna per capire se continuare o meno con il mister, quattro anni sono tanti e possono portare ad una minore attenzione da parte del gruppo squadra. La nostra unica speranza è che qualsiasi decisione sarà presa, sia ponderata e condivisa da tutte le componenti societarie, per non ritrovarsi poi in mezzo al cammino a dover cambiare rotta drasticamente.
C’è gente che cavalca la spazzatura rilasciata dalla stampa, la stessa che idolatra una dirigenza che rilascia rinnovi a 6 milioni di euro a chiunque passi dalla sede, con una situazione debitoria da banco dei pegni. Questi stessi che vorrebbe licenziare Maldini.
Qui noi ci fermiamo, perché la differenza tra noi e loro è proprio questa, non sono solo i colori che ci distinguono, ma soprattutto è che noi non siamo loro.
FVCR

YouRedBlack



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