Un allenatore senza difesa I numeri difensivi condannano Stefano Pioli che è ormai giunto alla fine del suo ciclo

19/04/2024

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Ogni tanto riemergono i limiti strutturali e strategici di questo Milan: ad un ciclo positivo di partite con risultati importanti, fa spesso seguito una serie di partite inespresse e vaghe, ma soprattutto connotate da una serie incredibile di up e down, con la squadra rossonera capace di essere molto produttiva dal punto di vista offensivo - 85 sinora i gol segnati in 45 partite, quasi una media di 2 gol a gara - e tremendamente fragile sul piano della tenuta difensiva - 54 i gol subiti in 45 partite, un dato che evidenzia una estrema facilità per gli avversari di trafiggere la porta rossonera -.
Chiaro che, con questi numeri, il Milan è destinato a fare partite belle ed entusiasmanti, piacevoli per lo spettatore neutrale.
Ma, in tal modo, è difficile pensare di costruire una struttura di squadra capace di vincere un trofeo. In Italia, da sempre, chi vince il campionato ha la miglior difesa o comunque la seconda miglior difesa della Serie A.
Come se ne esce?
Il circuito mediatico continua a sostenere che Stefano Pioli abbia fatto e continui a fare miracoli con questa rosa.
A noi, invece, pare che il tecnico emiliano sia stato un fattore importante e vincente per il Milan nel biennio 2020-2022 ma abbia rappresentato più un problema che una soluzione nel biennio 2022-2024.


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Dal post scudetto 2022 l’allenatore rossonero ha aumentato a dismisura i connotati ideologici del suo modo di condurre il Milan, mettendo da parte duttilità e flessibilità, due elementi valoriali di notevole pregnanza che hanno caratterizzato il suo primo biennio rossonero, consentendo al Milan di crescere e di evolvere.
Ecco è proprio sulla crescita e sull’evoluzione che il Milan si è decisamente inceppato.
Da due anni la squadra non cresce più e non migliora. Il gioco è peggiorato e si è passati da una bellissima coralità ad una estremizzazione dell’individualismo, esasperata da un gioco uomo contro uomo a tutto campo.
Per noi Stefano Pioli è arrivato alla fine del suo ciclo rossonero e la decisione finale a giugno non potrà che essere quella di una separazione, a prescindere dai risultati del campo.
Ad Ibra ed a Gerry Cardinale l’ardua sentenza.

Capitan Uncino

 


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