Il futuro di Charles De Ketelaere Fondamentale che l’Atalanta lo riscatti, per ragioni economiche e per altro

12/04/2024

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L’Atalanta riscatterà o non riscatterà il belga Charles De Ketelaere alla fine di questa stagione? La domanda qui posta non è per nulla banale in quanto dal riscatto o meno dell’ex giocatore del Bruges può dipendere molto del mercato rossonero della prossima estate. Qualora la risposta a questa domanda dovesse essere affermativa, il Milan potrebbe aggiungere circa 24-25 milioni di euro al budget iniziale (di circa 50 milioni), arrivando in tal modo ad una disponibilità finanziaria di quasi 80 milioni di euro che, in un contesto come quello dell’attuale Serie A, non può essere considerata una cifra bassa. Qualora invece l’Atalanta non esercitasse il diritto di riscatto, il Milan si ritroverebbe un duplice problema, ovverosia un giocatore da piazzare sul mercato (magari con un altro prestito oneroso) e con un giocatore che non può rimanere in rossonero per la semplice ragione che nella strutturazione tecnica del Milan il buon Charles non può trovare collocazione in virtù della sua poca funzionalità ad un progetto calcistico come quello milanista. Le buone prestazioni in maglia bergamasca dell’ultimo mese hanno aperto il dibattitto fra due parti diverse della tifoseria milanista. Rimpianto o giocatore non da grande piazza per limiti temperamentali? I due argomenti non sono antitetici. Ci sono parti di verità in entrambi. Forse il Milan poteva avere più tatto nell’approccio caratteriale con un ragazzo pieno di talento, ma timido e introverso, sia in campo sia nel modo di porsi. Tuttavia è altrettanto vero che potremmo fare un lunghissimo elenco di giocatori che a Bergamo hanno fatto bene e con altre maglie, invece, si sono ritrovati in contesti probabilmente più grandi delle loro spalle. Ci sono province italiane infatti che non si limitano a far crescere i giocatori giovani. Alcune province li proteggono, li tutelano, ne giustificano alcune smagliature e ne celano le asperità. Bergamo è maestra in questo. Milano non è così. Milano è diversa e se vuoi indossare la maglia di una squadra milanese non puoi avere soltanto talento: devi avere anche spalle grosse e testa matura. In ogni caso la vera ragione per la quale il Milan non sa letteralmente dove metterlo è la seguente: a Bergamo De Ketelaere ha trovato continuità di prestazioni e di rendimento giocando da punta. Al Milan ha giocato da punta soltanto in una partita (in Coppa Italia contro il Torino). Il Milan lo aveva acquistato come trequartista, salvo rendersi conto qualche mese dopo che una squadra senza Kessié e con De Ketelaere non aveva i giusti equilibri. Al ragazzo venuto dal Belgio piace fare l’attaccante e, per rendere al massimo, ha bisogno di una squadra che giochi con due punte perché da punta unica la sua pagella di gol non è sufficiente. Il Milan gioca da anni con una punta e 3 giocatori offensivi alle spalle che devono offrire un contributo di sacrificio in fase di non possesso. Proprio De Ketelaere qualche settimana fa, in un’intervista, ha dichiarato: "Questa posizione (seconda punta o falso nueve) mi dà più forza. Non sono un giocatore che può correre 12 km, ma posso fare molta intensità e in questa posizione riesco a fare più questo e quindi mi sento anche più forte nell'azione che faccio". Se c’è un dato incontestabile è proprio l’errore concettuale commesso dal Milan un anno fa: ha acquistato un giocatore offensivo pensando di utilizzarlo da numero 10, senza rendersi conto che in quella posizione, per una questione di equilibri, ha più bisogno di un centrocampista che di un attaccante (infatti ad oggi ci gioca Loftus Cheek). Attesa la sua impossibile collocazione nell’attuale Milan, va riconosciuto che l’eventuale riscatto esercitato dall’Atalanta sarebbe, per il Milan, una vera e propria manna dal cielo.

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