Il ritorno del diavolo ed il demone che vuole lo stadio! Italia Paese del terzo mondo

03/03/2023

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Finalmente il nostro Milan! Lo avevamo lasciato in quella partita contro la Roma, autoritario e molto sfortunato alla fine e non lo avevamo più rivisto. Eravamo ricaduti in un Diavolo quasi “Giampaolesco” senza mordente e annichilito dall’avversario di turno. Ci aveva destato non poca preoccupazione quella striscia negativa; una paura di tornare indietro negli anni che aveva portato molti a borbottare contro la qualunque alla ricerca del capro espiatorio. Anche le tre vittorie scacciacrisi non avevano dato quell’impressione di completa guarigione, anche se avevano portato qualche sicurezza in più al gruppo squadra.
Poi arriva domenica, l’avversario di turno è uno di quelli ostici; il tanto amato Gasp aveva passato tutta settimana facendo allenare la squadra con doppi allenamenti giornalieri a porte chiuse. Noi ci presentavamo da convalescenti, ma pronti a dar battaglia, perché quando hai un pubblico come quello di San Siro che ti spinge, non puoi tirarti indietro.
Il Milan ha spazzato l’Atalanta con una gara da vecchio diavolo, dominando l’avversario in ogni parte del campo e mai andando in affanno. E’ questo il Milan che vogliamo vedere, quello dello scudetto, quello dell’immensa gioia. Chiaramente adesso bisogna ritrovare una certa costanza di rendimento, ci sarà da sudare fino alla fine per quel benedetto posto Champions. Inutile guardarsi indietro, un mese di gennaio inspiegabile, anche se il piano fisico sembra abbia inciso notevolmente, a differenza di quello mentale che invece viene sempre evidenziato dal mister. Di certo la squadra sembra più battagliera, più pronta a vincere il duello individuale sul campo.
Importante, inoltre, il ritorno di alcuni lungo degenti. Mike in porta ha fatto subito vedere che il portiere non è solo quello che para. E poi c’è Ibra, solo averlo lì in panchina alza il livello di attenzione, di competizione, di vIBRAzione. San Siro lo percepisce, figuriamoci i suoi compagni di spogliatoio. La missione non è finita, è appena ripartita e bisogna portarla a termine.
Complimenti al mister ed alla società che in un momento delicato non hanno perso la testa e non si sono fatti deviare dal tifo becero pronto a buttare tutto nel macero. Ma questo lo sapevamo, il management è di livello e non ha bisogno di arruffianarsi la tifoseria, sa come si lavora a certi livelli e questo è la nostra vera forza. Dal campo passiamo ai conti, alcuni fanno previsioni sulla prossima chiusura di bilancio che dovrebbe assestarsi sui 25/30 milioni di euro di rosso.
Nonostante un percorso sostenibile, costellato anche da diversi sacrifici economici, non siamo ancora arrivati al pareggio di bilancio, e questo dovrebbe far capire quanto sia difficile in Italia far di una squadra di calcio un’azienda sana. Allo stesso tempo però il “tifosotto” dovrebbe ricordarsi il percorso degli ultimi quattro anni: tagliati costi superflui, aumentato il fatturato, quasi azzerate le perdite ed innalzato notevolmente il risultato sportivo. Possiamo fare ancora meglio, ma senza lo stadio di proprietà diventa un’impresa quasi impossibile. Poi vedi il boss che in un giorno uggioso di inizio marzo, atterra con il suo mezzo alato a Milano e fa una capatina veloce in Comune ed in Regione per chiarire che il Milan si è stufato di aspettare una giunta comunale da terzo mondo.
Lo stadio è fondamentale per il Milan e se non è San Siro si farà da un’altra parte, di tempo se n’è perso troppo dietro ai capricci ed ignoranza delle istituzioni del capoluogo lombardo. Si tengano pure “La Scala del calcio”, cadeaux del Milan per la città. Auguri per il mantenimento, sia al sindaco che ai vari comitati che dovranno andare a chiedere ai cittadini di Milano i 10 milioni di canone che versavano le due squadre di calcio.
Il ritorno del diavolo, il demone che vuole lo stadio a tutti i costi e la consapevolezza che anche Milano, la città italiana più evoluta, ormai è stata inglobata in una nuova nazione del terzo mondo che di nome fa Italia.
FVCR

YouRedBlack


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