Tifosi del Milan e tifosi della vittoria Sempre insieme a te sarò… solo mai ti lascerò…

20/01/2023

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Sembra siano bastate tre partite per cancellare tre anni ad alto livello.
Va bene che nel calcio non esiste la riconoscenza, ma siamo convinti si stia sempre più perdendo il lume della ragione. E questo vale in ogni campo della vita. Una corsa all’evoluzione che ti porta ad esser sempre al passo con i tempi per non esser tagliato fuori, emarginato. Qui però si parla di sport, di emozioni.
Il Milan nelle ultime tre gare non ha fatto pena, non è proprio sceso in campo. La testa era altrove, non si sa dove. Senza predisposizione mentale si rischiano figure barbine contro chiunque. Prestazioni vergognose sul campo che non hanno lasciato scampo. Sfortunatamente però non è solo il livello del gioco scadente, ma una reazione nervosa totalmente assente, se non il secondo tempo di Lecce, dove un po' di orgoglio è venuto fuori dopo 45 minuti di obbrobrio.
Che ci siano difficoltà lo hanno notato tutti, ma da lì a chiedere lo stravolgimento del club ci pare alquanto azzardato. Non vogliamo impartire lezioni di “milanismo” a nessuno, ma notiamo di come sia stato troppo facile tifare il 22 maggio scorso. Non vogliamo nemmeno scatenare il popolo del “so tutto io” o quello della “la soluzione è questa”.
Ci imbattiamo spesso sui social e notiamo che ci sono una miriade di profili “sputa sentenze”, e ci sorge spesso il dubbio, di come facciano queste persone ad aver così tanta esperienza nei vari ruoli cruciali del business e dello sport, ed allo stesso tempo aver così tanto tempo libero per cazzeggiare sui social. Salvo poi vedere il comune “Giampy98” farsi il selfie dalla cameretta mentre gioca alla Playstation con il suo Milan, impostando un fatidico 4-4-2, comprando Mbappè “sbustando” una busta virtuale comprata dai genitori come regalo di Natale.
Dopo l’infausta serata di Riyad, abbiamo preferito non aprir bocca, perché poi ti ritrovi a parlare con questi soggetti e ti chiedi se sei tu alla fine il deviato che perdi del tempo in quel modo. Il tifo è ben altro, e fortuna che fino alla scorsa partita, San Siro si è sempre stretto attorno a chi ha riportato dignità al Milan. Molti se lo sono già dimenticato, e danno per scontata ogni vittoria.
In questi giorni proviamo più vergogna per i milanisti frustati che insultano la propria fede, che per i cugini che giustamente dopo mesi di Fissan tornano un po' a respirare.
Anche nelle ultime due annate, il Milan ha dovuto affrontare battute di arresto con prestazioni simili a queste ultime. Basterebbe ricordare la doppia sconfitta consecutiva: La Spezia-derby di due anni fa o Lazio e Sassuolo sempre nella stessa annata e sempre una dietro l’altra. Lo scorso anno perdemmo male con Sassuolo e Fiorentina nell’arco di una settimana, eppure il gruppo si risollevò. Questo non ci dà la sicurezza che riaccada anche questa volta, ma aspettiamo anche questa volta prima di darci per morti.
Fortunatamente il Milan non è una società che si lascia trasportare dall’umore del tifoso medio, ma agisce senza starnazzare ai quattro venti per farsi vedere presente. Ci sembra che la presenza sia testimoniata dai soldi che il proprietario ci mette ogni anno, senza proroghe ad hoc per riuscire a rimanere a galla tra un mare di debiti.
I tifosi reclamano acquisti sul mercato, pensando che con un nuovo giocatore si possa ribaltare la situazione attuale, tra l’altro parliamo di dieci giorni di follia. La vera forza del “diavolo pioliano” è sempre stato il fatto di esser squadra; un concetto perso ultimamente. Quindi bando alle ciance, non è tattica, mercato o preparazione fisica, ma ritrovare l’armonia e l’unità di intenti che ci hanno contraddistinto dal post lockdown, dove non eravamo i più forti del mondo. Sull’esperienza di certe figure fondamentali siamo sicuri di poter contare, ci fidiamo di Maldini e magari qualche sculacciata di Zlatanone nostro.
Che ognuno abbia diverse visioni su questa vicenda è comprensibile, ma fino ad un certo punto, visto che il 99% parla da esterno senza nessuna nozione per occupare certe posizioni lavorative. Ma quello che ci fa inorridire, è la mancanza di rispetto verso chi sette mesi fa ci ha regalato la gioia più grande a dieci anni dall’ultima vissuta.
Piccolo particolare, ma doveroso da evidenziare, tutto questo lo ha fatto senza falsificare bilanci o gonfiare sponsorizzazione, chi ha orecchie per intendere intenda. A proposito di orecchie, dopo l’altra sera ha parlato di karma dopo i festeggiamenti poco eleganti dello scudetto più bello di sempre, dimenticandosi del derby di settembre, evidentemente quel giorno il Sig. Karma era in ferie.
Tornando a noi, la sconfitta va accettata, altrimenti ci comporteremmo come i coinquilini di stadio, che lo scorso anno si sentivano così superiori da perdere un campionato impacchettato per loro. Io non vorrei mai diventare quella roba lì, molti di noi li criticano, ma sono della stessa pasta. Diavolo perdonali!
FVCR

YouRedBlack


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