Tornare indietro per andare avanti Al Milan serve ritrovare gli antichi equilibri di squadra

04/11/2022

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Esiste la necessità di implementare un’alternativa di gioco concreta all’attuale canovaccio che va avanti ormai da oltre due anni. Nel calcio, d’altronde, l’evoluzione è costante. Ci si inventa qualcosa e dopo un po’ di tempo gli avversari hanno trovato le contromisure. Servono i piani B, in alcuni casi persino i piani C, perché pensare di affrontare 38 partite di campionato senza mai cambiare spartito è una pretesa eccessivamente ottimistica.
Nella scorsa stagione il Milan ha trovato un’identità con un 4-2-3-1 atipico, nel quale spesso c’era un centrocampista nella posizione di trequartista dietro Giroud. A volte Kessié, a volte Krunic. Questa strutturazione ha consentito alla squadra allenata da Stefano Pioli di trovare un equilibrio difficilmente sacrificabile che, tuttavia, è stato possibile anche e soprattutto in ragione di un fattore che oggi è assente, ovverosia la totale disponibilità dei giocatori offensivi nel sacrificarsi in fase di non possesso.
I Giroud e i Leao hanno fatto una fase difensiva eccellente nella parte finale di stagione e questo ha consentito alla linea difensiva di non ricevere mai attacchi troppo diretti, perché i palloni giocati dagli avversari erano sempre sporchi e mai lindi. Kalulu e Tomori, in questo tipo di situazioni sono letteralmente andati a nozze. Probabilmente, oggi, è necessario fare un passo indietro per andare avanti.


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Il Milan attuale deve sicuramente ritrovare quella compattezza e quello spirito di squadra che sono stati fondamentali nel girone di ritorno della passata stagione; tuttavia serve anche una correzione tattica da parte di Pioli perché in avanti troppi giocatori vogliono il pallone addosso e non attaccano gli spazi né vengono incontro ai centrocampisti che sono pressati dagli avversari. Un centrocampista con caratteristiche da assaltatore nei tre dietro la punta (Pobega, Krunic) potrebbe dare opzioni nuove alla squadra rossonera e potrebbe essere un approdo che consente alla formazione di Pioli di ritrovare antichi equilibri.
Nulla è perduto dopo 12 partite di Serie A ma continuare ad ignorare i segnali provenienti dal campo potrebbe essere un grave errore da parte del Milan. Meglio prenderne atto, analizzare a fondo la situazione e porre i correttivi opportuni finché si è in tempo; a gennaio, d’altronde, inizia un altro campionato.

Capitan Uncino

 


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