Diversità non rimarcate Strade opposte per i bilanci di Inter, Juventus e Milan

15/10/2021

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Qualche giorno fa, il giornalista del Sole24Ore Marco Bellinazzo ha vergato un tweet così recitante: “Tra il 2020 e il 2021, nelle due stagioni della pandemia, Juventus, Inter e Milan hanno perso circa 900 milioni. Più o meno 300 milioni a testa, vale a dire quanto avrebbero incassato una tantum aderendo alla SuperLeague. I numeri rendono più chiare scelte e resistenze”.
L’opinione di Bellinazzo è legittima oltre che estremamente autorevole, ma omette di considerare il percorso intrapreso dai tre grandi club storici della Serie A. I numeri possono essere molto utili al fine di rendere chiaro il quadro.
Al 30 giugno 2019, ovverosia due anni orsono, la Juventus chiudeva il bilancio con un passivo di 40 milioni di euro, l’Inter lo chiudeva con un passivo di 48 milioni di euro ed il Milan lo chiudeva con un passivo di 146 milioni di euro. Due anni dopo l’universo si è ribaltato.
La Juventus ha chiuso il bilancio con un passivo di 210 milioni di euro, l’Inter con un passivo di 245 milioni di euro ed il Milan con un passivo di 96 milioni di euro. Due anni fa Juventus ed Inter erano le regine indiscusse della Serie A, mentre il Milan non riusciva a volgere il proprio sguardo oltre il recinto dell’Europa League.
Due anni dopo, le differenze tecniche si sono azzerate, col Milan che l’anno scorso è stato tutta la stagione davanti alla Juventus e con l’attuale classifica che vede le milanesi molto vicine dopo le dolorose cessioni di Hakimi e Lukaku da parte dell’Inter.


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In sostanza, in due anni, il COVID-19 ha avuto effetti mortiferi sui bilanci di Inter e Juventus, ma soprattutto è stato una lente d’ingrandimento sui conti di due club che stavano vivendo sopra le loro possibilità.
Di converso il Milan ha tenuto botta, avendo già iniziato prima della pandemia un progetto sportivo molto credibile, improntato sulla sostenibilità dei costi e su una contestuale crescita tecnica di molti giocatori giovani e con potenziale.
Accomunare i passivi di bilancio dei tre club storici della Serie A pertanto è una operazione che non consente di marcare le differenze fra chi si è avviato su una strada virtuosa, anche a costo di scelte impopolari e chi, invece, sente la stretta al collo, fra aumenti di capitale corposi richiesti alla proprietà e bond obbligazionari negoziati a tassi altissimi che, a stretto giro di posta, presenteranno un conto particolarmente salato.

Capitan Uncino

 


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