L'esempio di Tonali Tutti chiedono aumenti di stipendio ma lui pur di giocare al Milan se l’è ridotto

27/08/2021

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Nell’estate delle follie dei procuratori e dei parametri zero che hanno fatto guadagnare i giocatori ma procurato danni economici alle società, già alle prese con i mancati fatturati causati dalla pandemia, al Milan si è assistito ad un mezzo miracolo.
Parliamo dell’acquisto di Tonali, che si è ridotto lo stipendio pur di rimanere in rossonero e consentire alla società il riscatto dal Brescia.
Naturalmente sui media la cosa non ha avuto la giusta enfasi – sia mai che si parli bene del Milan – ma è stato comunque un segnale forte da parte di un giocatore.
Tonali si è sempre dichiarato tifoso, ma questo gesto non era affatto scontato. Pensiamo alle lacrime e ai baci della maglia di Donnarumma, uno che è cresciuto nel Milan fin da bambino. Uno che ha scelto la via dei soldi e che adesso è in panchina a Parigi.
Sandro invece ha dimostrato nei fatti che per lui la cosa più importante è giocare nel Milan, questo Milan.
La scorsa stagione ha visto più bassi che alti. Un ritorno problematico dal Covid, infortuni, squalifiche, partite evanescenti in cui ha mostrato sia lampi di qualità nel gioco non comuni, sia momenti di scarsa lucidità che onestamente hanno penalizzato la squadra. L’assenza prolungata di Bennacer ha imposto a Pioli l’obbligo di schierarlo anche non era in condizione: da qui molte partite che hanno suscitato molte perplessità.
Ma Tonali non si può discutere. E’ un 2000 e ha infiniti margini di miglioramento in un ruolo non facile e che oggi richiede maturità e comprensione del gioco nelle due fasi. L’esperienza non si compera, la si fa, e per questo Sandro in questa stagione che tra campionato, Champions League e Coppa Italia avrà tante occasioni per giocare e migliorarsi. Se poi ci mettiamo la Coppa d’Africa che porterà via Kessie e Bennacer a gennaio, è chiaro che sarà in quel periodo sarà sempre titolare. E dovrà farsi trovare pronto a prendere in mano le chiavi del centrocampo del Milan.


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Già contro la Sampdoria alla prima giornata dopo un primo tempo da luci e ombre è uscito nel secondo fino ad essere uno dei migliori in campo. E questo lascia ben sperare.
Dopo Genova ha dichiarato: “l’anno scorso ho avuto delle difficoltà, ho avuto il Covid e non ho fatto la preparazione con i compagni. Sono cose che ti porti dietro, le senti mentalmente e fisicamente. Dai primi giorni di ritiro, negli allenamenti e durante le amichevoli si vedeva, da come mi comportavo, che ero più libero e spensierato, senza problemi, senza pensieri in testa”.
Certo, le parole sono importanti, ma Sandro sembra proprio sulla buona strada per diventare una delle colonne portanti della squadra non solo in futuro, ma già da adesso.


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