Come a sette e mezzo Milan che fai? Stai o rilanci?

27/08/2021

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Ultimi giorni di pazzo mercato. Quest’estate è successo di tutto, ma l’ultima settimana è quella del calcio dei poveri, con la serie A in prima fila. Sì, perché puoi pur vincere gli europei, ma il tuo campionato ormai è in seconda fila nella griglia continentale.
I campioni scappano dalla Serie A, non perché nella nostra penisola si viva male, ma perché le sterline o la ricca Parigi attirano molto di più.
Il Milan ha già speso una bella somma di denaro, in Italia solo la Roma ha sborsato di più, ma il puzzle non è ancora completato del tutto. Non è dato sapere se c’è ancora margine di spesa o meno, al di là della solita fanfara di una stampa ormai lontana da una professionalità persa negli anni. L’acchiappa click è troppo goloso e obiettivo primario della categoria.
Rimaniamo sulla nostra situazione, anche perché se da una parte diventa difficile commentare una squadra che cede per quasi duecento milioni, perdendo pure l’allenatore dello scudetto, ma sostenuta dai media che dopo mesi si sono accorti della crisi economica che la attanagliava. Per non parlare della vecchia signora, che nell’anno del rilancio fa fatica a prendere un ragazzo dal Sassuolo (poi alla fine prestato per due anni) e rischia seriamente di perdere il suo miglior giocatore ad una settimana dal gong finale della campagna acquisti.
E proprio per questi motivi fa ancora più irritare il tifo rossonero questa sorta di braccino di Elliott nel momento clou, nell’attimo in cui con una spinta potresti tentare il colpo del sorpasso. Ma si sa che l’occhio del tifoso è appunto del tifoso, trasportato dall’emozione e non dalla ragione. Bisogna sempre ricordare cos’era il Milan dodici mesi fa, cosa si è riuscito a costruire in un anno e mezzo in cui la pandemia ha raso al suolo i fatturati delle big europee e non solo.
Ed è strano che molti ancora non lo vogliano capire, abbiamo vicino l’esempio lampante di chi ha voluto fare il passo più lungo della gamba, ed oggi seppur dopo cessioni illustri e molto remunerative, hanno solo messo una toppa per garantire una continuità gestionale per questa annata. Parole del loro amministratore delegato, nulla di inventato dal tifo avversario.
Detto questo, in via Rossi stanno letteralmente facendo il diavolo a quattro per portare a Milanello quel paio di elementi che potrebbero dare una mano per il nostro percorso. Si sa che le ultime ore alcune squadre potrebbero allentare la presa ed accontentarsi pur di cedere il proprio assistito. Li chiamavano “i giorni del condor”, come dimenticarli.
Aspettando l’arrivo di Bakayoko, che ormai è pronto per la prossima maratona olimpica, mancherebbe la ciliegina, che nel nostro caso è proprio una bella fetta di torta. Il trequartista è l’incastro che manca nel nostro undici, come dire, l’ultimo pezzo del puzzle.
Diaz sicuramente quest’anno avrà un minutaggio superiore allo scorso, ma appoggiarsi al solo spagnolo tutta la stagione è un azzardo non di poco conto. E’ vero che questo Milan ci ha abituati a questi rischi, ma qui la percentuale di aver poi rimpianti si alzerebbe notevolmente. Un classico dieci oppure un poliedrico capace di far il trequartista e l’esterno destro, se lo aspettano un po' tutti, anche per aver un giocatore di qualità in più che non fa mai male, ma soprattutto per aver un interprete con caratteristiche diverse da Diaz.
Nessuna promessa, basti ricordare lo scorso anno quando la campagna acquisti si concluse senza l’arrivo del fatidico difensore cercato fino alle ultime ore di mercato. Maldini giorni fa è stato chiaro, la società fa delle valutazioni e deve restare entro certi limiti perché non vuole più pagare come in passato, quando la società fu esclusa dalle coppe. Poi possiamo discutere sul fatto che alcuni pagano ed altri addirittura vengono premiati con uno scudetto, ma questa è un’altra storia.
Se avete tempo leggetevi l’intervista di Campedelli e la fine che ha fatto il Chievo. Ma questo è il calcio del popolo, dove Leonardo piange perché il Real vuole prendere Mbappè, dopo che il PSG ha fatto spesa ovunque fregandosene del FPF, forse perché protetto dalla Uefa.
Sul rinnovo di Kessié ne parliamo un’altra volta, le chiacchiere contano zero, ed il giocatore insieme al suo procuratore sta facendo una figura barbina. Sarebbe il caso di cederlo ed in caso contrario di metterlo fuori rosa.
Che il Milan debba cambiare questa politica dei rinnovi non arrivando all’ultimo momento per discuterli, è senza dubbio lampante. E’ vero anche, che non è possibile fare le pulci su un rinnovo quando ti viene triplicato l’ingaggio dopo solo una stagione positiva, comunque senza trofei vinti. Tenetevi pure questo calcio dei valori dove la Superlega era il diavolo, io mi tengo tutta la vita Paolo Maldini!
In tutto questo, come al gioco di carte “sette e mezzo”, Milan tu cha fai? Stai o rilanci?
FVCR

YouRedBlack


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