Calha, you're fired! Il lungo tira e molla sul rinnovo ha francamente stufato

11/06/2021

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Adesso esce il procuratore di Calhanoglu che afferma che il giocatore farà conoscere la sua volontà di rinnovare il contratto col Milan dopo gli europei. Una buffonata, l’ennesima.
Forse perché spera che disputando un buon torneo Hakan si metta in luce e fiocchino le richieste. E’ pur sempre un parametro zero e quindi ciò che si risparmia di cartellino potrebbe portare ad un ingaggio pesante. Vale anche nel caso rimanesse, poiché anche i rossoneri dovrebbero spendere per acquistare un sostituto.
Però questo atteggiamento dimostra che per lui il Milan vale zero.
Non importa se disputeremo la Champions League e avrebbe comunque la sua vetrina internazionale. E’ mancanza di rispetto verso la società e i compagni di squadra. E questo dà fastidio.
Se contano solo i soldi, non si avranno mai le motivazioni interiori per diventare un giocatore che conta davvero. Se non hai cuore, quello che ti porta a voler dimostrare ad ogni partita che lotti e ti sbatti non solo per te stesso ma per il bene comune, non farai molta strada. Anche perché saranno proprio i tuoi compagni a giudicarti.
Da quando il turco è arrivato al Milan, ha iniziato a giocare decentemente solo dopo l’arrivo di Pioli e Ibrahimovic. Un campionato e mezzo ad esser larghi. Tutti ci ricordiamo annate intere di anonimità e scarso rendimento.
Chiedere un adeguamento di stipendio a 6 milioni all’anno significa innanzitutto non conoscere la realtà in cui si vive, con una società in fase di ristrutturazione del bilancio che però non ha mai fatto mancare il pagamento degli stipendi. Una società che non certamente solo grazie a lui è passata da posizioni di mezza classifica al secondo posto con qualificazione in Champions League. E’ il progetto ad esser vincente.
L’offerta del Milan a 4 milioni netti l’anno è più che generosa e adeguata ai tempi. Chiedere il 50% in più è quasi offensivo, specialmente se non si hanno altre offerte in mano. Segno anche di scarsa lungimiranza, oltre che di avidità.
Certo, è corretto che Pioli abbia dichiarato che sarebbe contento se il giocatore rimanesse. Ma come per Donnarumma, per fare un matrimonio bisogna esser felici in due. E il turco non ha certo dimostrato di aver il Milan come priorità.
Il giocatore sembra un giocatore di poker che spera di pescare la carta giusta per avere la mano vincente. Può andar bene, ma per la legge delle probabilità il 100% di sicurezza non esiste.
Se rimanere al Milan con uno stipendio più o meno raddoppiato non basta, meglio che il giocatore sia accompagnato ai cancelli di Milanello. Non vogliamo in squadra uno che rimane perché non ha trovato alternative più remunerative.


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