Mandzukic: l'errore croato Un arrivo figlio dell’entusiasmo e non della logica

19/03/2021

Sommario di questa settimana

Sfoglia, usa mouse e frecce

______

Concettualmente l’acquisto di Mario Mandzukic nella sessione invernale di mercato poteva anche avere un suo senso. Giocatore serio, esperto, solido moralmente, impeccabile dal punto di vista della professionalità.
Insomma un elemento utile a dare un contributo fattivo e di sostanza a questo gruppo così fresco e giovane (ricordiamo sempre che la rosa rossonera è la più giovane dell’intera Serie A oltre che una delle più giovani fra i principali campionati europei).
Tuttavia, ad oggi, l’apporto di Mandzukic alla causa rossonera è stato scarso, persino impercettibile e, a due mesi dal suo arrivo in quel di Milanello, sono i numeri a sconfessare totalmente un acquisto che doveva servire come usato sicuro.
L’attaccante croato è arrivato al Milan il 19 gennaio scorso, scendendo subito in campo cinque giorni dopo contro l’Atalanta in una gara sfortunata per il Milan nella quale la squadra rossonera è uscita sconfitta per 0-3.
Da quel momento i tifosi rossoneri si aspettavano certamente un contributo tecnico e fisico molto diverso da parte dell’ex centravanti dell’Atletico Madrid e della Juventus; contributo che, invece, è stato di rilevanza minima.
Cinque presenze totali in due mesi, di cui una sola, l’ultima, dal primo minuto (nella partita di andata dei sedicesimi di Europa League contro la Stella Rossa), con sostituzione al minuto 82 e successivo problema muscolare che lo ha fermato in infermeria da un mese.
Prima di quella gara solo spezzoni per il croato. Venti minuti contro l’Atalanta a fine gennaio, diciassette minuti contro il Bologna, tredici minuti contro il Crotone e ventisei minuti contro lo Spezia, nella peggior prestazione stagionale del Milan.
Tutte gara in cui l’ingresso in campo di Mandzukic non ha mutato il corso degli eventi. L’unica prestazione dal primo minuto invece è coincisa anche col primo infortunio del giocatore croato che ha privato al Milan dell’alternativa ad Ibra, in un momento in cui lo svedese non era disponibile.
La sensazione molto netta che lascia l’arrivo del croato è quella di un arrivo figlio più dell’occasione del momento che di altro. Il Milan degli ultimi due anni, che ci aveva abituati ad acquisti ragionati, è sembrato cambiare orientamento puntando su un arrivo figlio dell’entusiasmo.
Nei fatti il centravanti di Slavonski Brod non è parso nemmeno il lontanissimo parente del Mandzukic che tutti i tifosi ricordavano, ossia un centravanti fisicamente impattante, dominante, sempre pronto a lottare per la sua squadra.
In quest’ottica ciò che rende perplessi maggiormente di questa acquisizione è la formula legata all’eventuale rinnovo del contratto in quanto l’estensione annuale si applica non in virtù delle presenze e dei gol del giocatore, bensì in ragione dei risultati della squadra.
In buona sostanza, qualora il Milan dovesse riuscire (e sarebbe senza dubbio un grandissimo risultato sportivo) a raggiungere la qualificazione alla Champions League centrando uno dei primi quattro posti della classifica, Mandzukic si vedrebbe rinnovato automaticamente il contratto.
Tale scelta gestionale è apparsa fin da subito alquanto bizzarra; col passare delle settimane e con la presa d’atto di un giocatore molto indietro sul piano fisico e, soprattutto, sul piano atletico, questa scelta ha iniziato a sembrare un azzardo bello e buono.
Il club rossonero non viveva su Marte e, quindi, ben sapeva che stava mettendo sotto contratto un giocatore fermo da un anno. Il tentativo su sei mesi era un gioco che poteva valere la candela, ma il vincolo relativo alla prossima stagione, appariva sin da subito come una grande follia.
Tutto ha bisogno il Milan, nel prossimo campionato, tranne che affiancare al 40enne Ibrahimovic (che quest’anno ha giocato soltanto la metà delle partite ufficiali) un centravanti 35enne con una situazione fisica decisamente precaria.
Onore pertanto al lavoro condotto in questo anno e mezzo da Paolo Maldini e Ricky Massara che, con la loro professionalità e con le loro competenze, sono riusciti a restituire il Milan alla competitività per le zone nobili del campionato.
Onestà intellettuale impone tuttavia di sottolineare come sulla contrattualizzazione di Mario Mandzukic, i dirigenti rossoneri si siano fatti attrarre da una situazione figlia della pancia e non dei ragionamenti.
Un azzardo che il Milan rischia di pagare salato nel prossimo campionato perché, qualora l’eventuale conferma di Mandzukic precludesse l’arrivo di un centravanti importante, la squadra rossonera si presenterebbe ai nastri di partenza della prossima stagione con una grave incognita in un ruolo chiave.

Capitan Uncino



Libro per veri tifosi rossoneri

2.99


Se ti è piaciuto, condividilo!

Leggi il prossimo articolo
La scheda dell'arbitro Guida



Vai al Sommario del
Magazine di questa settimana

Leggi e sfoglia la miglior rassegna stampa rossonera: Milan7.it/rs