I rigori sono conquistati, non regalati "rigore per il Milan" non è come "rigore per la Juve", chiaro?

22/01/2021

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In questi giorni continua e senza tregua, una campagna denigratoria nei confronti del Milan e dei rigori che "avrebbe ricevuto".
Premesso che non esiste rigore dubbio che sia stato dato ai rossoneri, l'unico è quello contro il Torino con Belotti su Diaz, ma non perché ci fossero dubbi se non dalla Gazzetta dello Sport e dalla sua copertina, perché all'interno si leggeva ben alto, ma da Rizzoli, il capo degli arbitri, che sostiene che gli scontri di gioco devono essere valutati senza VAR.
Quindi, un anno il Milan non va in Champions perché Orsato nega un rigore clamoroso a Genova davanti allo schermo del Var, piuttosto che il rigore su Suso a Roma che è ancora considerato un classico nelle aule dei giovani arbitri, e si parla di che cosa?
Ma come si può confrontare il fallo su Ibra a Cagliari e quello che commette Sottil su Diaz, aggrappandosi alla maglia come evidenziano le immagini?
Questa campagna mediatica lanciata con vigori dai giornalisti fedeli alla seconda squadra di Milano, in compagnia dei torinesi, è imbarazzante, soprattutto se andiamo ad analizzare i cartellini presi sempre in maniera mirata rispetto ai falli (o presunti tali) commessi (e come nel caso di Leao, non commessi!).
Vi lasciamo solo 3 statistiche che sono assolutamente esemplari.
Theo Hernandez è 152° per falli commessi ma è 17° per numero di cartellini gialli.
Romagnoli è 163° per falli commessi ma è 19° per numero di cartellini gialli.
Leao è 112° per falli commessi ma è ma è 16° per numero di cartellini gialli.
Ogni chiacchiera sta a zero, perché se un rossonero entra in campo sotto diffida, si può stare certi che verrà ammonito alla prima occasione. Guarda caso, Davide Calabria, in diffida, a Cagliari non ha commesso falli, Romagnoli al primo, del tutto di gioco, è stato ammonito.
E sempre per questa classifica, lo squilibrio tra cartellini presi e numero di falli è davvero imbarazzante.
Non serve aggiungere altro per definire come macchina del fango quella messa in atto da giornalisti senza dignità e da dirigenti e allenatori che non prendono lo stipendio da mesi.

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