304 giorni di gioia. E altri ne verranno Considerazioni non richieste dopo Milan-Juve

08/01/2021

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304 giorni dopo l'ultima sconfitta in campionato, che ricordiamo essere stata con quel 1-2 con il Genoa.
Ritorniamo lì, con il pensiero. Iniziava il lockdown, da lì a poco si fermava tutto e alla ripresa il Milan è diventata la squadra più forte d'Italia.
Nonostante Boban e la sua partenza, nonostante l'ombra di Rangnick, nonostante una rosa impacciata e un mercato particolare dell'estate.
Sono state 27 partite di campionato esaltanti, divertenti, alcune sofferte fino all'ultimo, ma che hanno creato intorno alla società molto entusiasmo.
Ricordiamo i motorini intorno al pullman prima del derby, le fiaccole per la Lazio.
Ricordiamo anche i rigori dei preliminari di Europa League e la sconfitta col Lille.
Non abbiamo dimenticato niente.
Ma dimenticheremo presto la partita contro la Juventus, non perché perdere non faccia male, ma perché il Milan ha dimostrato di esserci, di potersela giocare.
Il maledetto Covid-19 e gli infortuni hanno mostrato alcuni limiti della squadra, ma anche la forza di questo gruppo di ragazzini indomiti.
Il Milan ha perso, si diceva, non tanto per colpa di un'espulsione mancata, ma per una qualità della rosa dell'avversario che alla fine è riuscita ad emergere, con una panchina che ha fatto la differenza.
I cronisti scrivono di un Chiesa incontenibile e di un Dybala inventore, ma la realtà parla di tre tiri dell'ala e di una sola giocata piacevole dell'argentino.
E' il Milan che ha tirato di più, pur senza centrocampo, che ha costretto al record di parate il portiere juventino.


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Questi sono dati, non sensazioni o pensieri.
Gigio Donnarumma non ha dovuto fare i soliti miracoli, e di fatto non poteva fare niente sui tre gol.
E' mancata un po' di esperienza, scriveva e raccontava qualcuno, ma con tanti ragazzini e un centrocampista inventato si poteva pretendere l'esperienza?
La domanda dopo la partita contro la Lazio era: ma questo Milan è da scudetto?
Dopo la gara contro la Juventus, soppesando le 7 assenze, due delle quali nel giorno stesso della gara, la risposta è sì.
Se un Milan a metà gioca così, con questa personalità e dedizione, ci sarà fino in fondo.
Nel campionato capita di lasciare dei punti, non si può vincere sempre.
In fondo, il quinto posto è passato da 10 a 9 punti, per cui pur perdendo il divario è ancora ampio.
Ma siamo sicuri che bisogna sempre e solo guardarci le spalle?
Il Milan guarda ancora tutti dall'alto verso il basso. Certo col Toro sarà dura, ma non è impossibile.
Per continuare la corsa, anche perché anche le altre giocheranno e si affronteranno.

 


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