Fattore Romagnoli Qualche critica eccessiva e i benefici della presenza di Kjaer

04/12/2020

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A tanti non è sfuggita l’esultanza polemica di Romagnoli dopo il gol del momentaneo 1-0 sulla Fiorentina con le dita in movimento davanti alla bocca rivolta alle telecamere, a testimonianza di qualche critica di troppo non molto gradita dal capitano rossonero.
Alessio Romagnoli d’altronde è arrivato al Milan nella seconda parte dell’estate del 2015; è stato pagato la bellezza di 25 milioni di euro, un prezzo che poteva sicuramente essere alto per un giocatore che aveva soltanto un anno da titolare in Serie A.
Ed invece Romagnoli è divenuto un giocatore molto importante nello scacchiere rossonero ed è sempre stato un titolare inamovibile per tutti gli allenatori che si sono alternati in questi anni sulla panchina rossonera.
Non sono di certo mancate le critiche al centrale romano ed Alessio non è stato risparmiato da quei periodi complicati nei quali la sua figura veniva messa in discussione; ciò è avvenuto anche recentemente per qualche episodio in cui le sue letture difensive non sono state perfette.
Soprattutto negli ultimi anni in molti hanno spesso sottolineato il fatto che Romagnoli fosse senza dubbio un buonissimo difensore centrale, con discrete prospettive di crescita, ma che non fosse un potenziale top nel ruolo.
Al Milan d’altronde questo è già accaduto in passato ed è destino che accada ancora in futuro: i difensori centrali di prospettiva e con buona visione di gioco devono superare il vaglio del paragone e dell’accostamento continuo con mostri sacri come Baresi e Nesta.
Non è comunque necessario essere dei fuoriclasse assoluti come i due campioni poc’anzi citati per essere i difensori centrali titolari del Milan; si può essere ottimi giocatori, senza dover per forza pagare dazio al fatto di non essere fuoriclasse, aspetto che non può rappresentare di certo una colpa.
Romagnoli è stato criticato ultimamente per smagliature di marcatura in cui, onestamente, è stato anche abbastanza sfortunato. I due rigori concessi a Udinese e Lille nelle scorse settimane potevano anche non essere dati alle due squadre. Nel primo il capitano rossonero prende addirittura la palla.
Certamente ci sono alcune letture difensive di Alessio che sono sporcate da una certa istintività caratteriale. Tuttavia i difensori centrali, come i centravanti, sono ruoli in cui si cresce lavorando sugli errori e la maturazione arriva sempre attorno ai 26-27 anni.
C’è comunque una valutazione da tenere a mente e da ponderare bene: Romagnoli gioca molto meglio ed è più sicuro di sé quando gli viene affiancato un marcatore puro vicino, mentre mette in luce alcuni difetti quando gioca con accanto un regista difensivo.
Il danese Kjaer, da quando è arrivato al Milan, ha permesso a Romagnoli di avere accanto una guida sicura. Kjaer è un marcatore fortissimo che ha consentito al sistema difensivo rossonero di modificare alcune abitudini che non favorivano le qualità di Alessio.
Adesso infatti, non è più Romagnoli il centrale che esce per prendere alto l’avversario (che sia l’attaccante oppure l’uomo tra le linee), bensì proprio Kjaer il quale, oltre ad avere ottimi tempi di uscita, ha anche un perfetto uso del corpo nella marcatura stretta.
Passare da Musacchio a Kjaer come compagno di reparto difensivo, ha permesso a Romagnoli di poter mettere in luce le sue migliori qualità da regista difensivo, sanando qualche smagliatura nell’approccio alla marcatura stretta che, probabilmente, rimarrà sempre un suo limite.
Romagnoli, per usare una terminologia legata al “calcio antico” è un libero che per mostrare al meglio le sue qualità, ha bisogno di avere al fianco uno stopper, capace anche di prendere in mano il reparto dal punto di vista della leadership.
Oggi che questo tipo di precondizioni sono garantite dalla presenza del danese Kjaer, le prestazioni di Romagnoli stanno trovando una loro stabilità. Qualche critica probabilmente è stata eccessiva e forse dettata da aspettative troppo alte che non sono in linea con le qualità reali del giocatore.
Lecito quindi che Romagnoli abbia avuto qualche risentimento in quest’ultimo periodo, per qualche critica eccessiva e non confacente al momento. Forse poteva evitare di esternarlo essendo il capitano della squadra, ma non è questo il reale tema della contesa.
Il cuore del problema è ciò che in troppi si aspettano da Alessio: è un ottimo giocatore che va giudicato per le qualità che ha, non per quelle che in troppe vorrebbero che avesse. Non sarà mai la versione moderna di Alessandro Nesta, ma non è questo un buon motivo per bollarlo come inadeguato.

Capitan Uncino




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