Ma come si fa non rinnovare Ibra? Gol e assist non sono il solo valore aggiunto del giocatore
31/07/2020
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Anche contro la Sampdoria Ibrahimovic è stato tra i migliori in campo. Ha segnato due gol, portandosi a un bottino di 9 reti e 5 assist. Non male per un vecchietto a fine carriera. Peraltro occorre aggiungerne uno in Coppa Italia.
In pratica, ha già fatto più lui in un girone della maggior parte degli attaccanti della Serie A.
Ma non è questa la cifra stilistica con cui bisogna giudicarlo.
Sono la sua presenza in campo, la sua vocalità, il suo atteggiamento in gara e negli allenamenti, il vero valore aggiunto. E pazienza se è un chiacchierone, brontolone e polemico, con un ego con pochi pari sulla faccia della terra.
Quello che conta è che è il leader carismatico che ha fatto fare il salto di qualità al Milan. Una squadra che è passata dall’aver paura anche della sua ombra ad una che gioca ad armi pari con tutte le grandi, sconfiggendole pure.
Dopo la partita di Marassi ha spiegato in cosa consiste il suo apporto: "Secondo me tutti hanno un’altra mentalità davanti la porta, più concreta e aggressiva. Quando arriva l’occasione si ammazza la situazione col gol, l’ho detto appena arrivato. So che in Serie A tante occasioni non arrivano, quando si presentano devi sfruttarle".
Qualcuno ha ancora dei dubbi?
Va per i 39 anni, età in cui la maggior parte dei colleghi o ha già smesso o ci sta pensando. Sono però pochissimi quelli che tuttora sono decisivi come lui. E non solo in Italia.
Non riconoscerlo è malafede. I suoi compagni stravedono per lui, e l’allenatore sa di aver un vice in campo, uno in grado di leggere partita e situazioni come pochi.
La riconferma di Pioli è forse il miglior viatico al suo rinnovo. Questo Milan, ma anche quello del futuro, ha ancora bisogno di Zlatan.
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