Una dirigenza senza italiani? Gazidis ha allestito un team dirigenziale di soli stranieri. Funzionerà?

22/05/2020

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Con il probabile divorzio da Maldini, in società si parlerà solo inglese o quasi. Dando per scontato l’arrivo di Rangnick, rimane di fatto solo Massara a parlare italiano. E non si può certo dire che sia un dirigente di primo piano, ma uno col patentino di DS ci vuole.
Il tedesco porterà con sé, a quanto pare, tutto il suo staff tecnico. Quindi, via Boban, via Paolo si perde anche l’essenza della tradizione milanista.
L’AC Milan sembra esser diventata una multinazionale qualsiasi in cui si parla inglese per convenzione – giusto per capirsi – ma con personale da tutto il mondo.
Gazidis ha di fatto “ibridato” la società.
Se questo da tempo non è più un problema per i giocatori (abbiamo visto partite con 20 giocatori stranieri in campo), a livello societario rappresenta un unicum. Siamo sicuri che tutto fili liscio?
Dirigenti, osservatori, allenatore, marketing, vendite saranno quindi tutti stranieri.
E’ vero che lo è soprattutto la proprietà, non va dimenticato che Singer è americano, e questo concede spazio all’internazionalizzazione della dirigenza.
Però sarà un po’ strano vedere un organigramma dove l’unico italiano è alla comunicazione (e ci mancherebbe altro).
Partiamo senza pregiudizi, però è impossibile non rilevare che finora per tutto ciò che attiene al fatturato, non è che i manager internazionali abbiano portato grandi risultati.
Vedremo adesso cosa farà un team di tutti stranieri, sperando che riescano a rendere funzionante l’azienda AC Milan.



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