Il doppio fallimento Un AD troppo silente ed un CFO troppo loquace

06/03/2020

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L'intervista pubblica di Zvonimir Boban, resa in una sorta di confessione alla Gazzetta dello Sport qualche giorno fa, è stata il manifesto dell’inadeguatezza di questa società. Solo una settimana prima l’amministratore delegato del club Ivan Gazidis aveva gettato acqua sul fuoco delle polemiche parlando di Milan unito, coeso e solido. Non c’erano, a detta di Gazidis, problemi fra lui Boban e Maldini. Ed invece, i problemi esistevano e sono tuttora presenti, tanto che il dirigente croato sta trattando con il fondo Elliott la sua liquidazione; la convivenza fra anime diverse non pare più prorogabile. Boban ha voluto mettere in chiaro dinanzi alla stampa il fatto che Gazidis abbia contattato il manager tedesco Ralf Rangnick senza nemmeno consultarsi con la parte sportiva della società, rappresentata da lui, da Maldini e da Massara. L’uscita di Boban può essere soggetta a contestazioni in quanto le questioni interne al club tali dovrebbero rimanere. I panni sporchi non andrebbero mai lavati sotto il sole della pubblica piazza. C’è da porsi quindi una domanda fondamentale: che senso ha oggi il Milan? Questa società, per come è strutturata, appare in grado di avere una sua credibilità nel modo di porsi e di programmare? La risposta a questa domanda non può che essere purtroppo negativa. Ad oggi Gazidis più che l’amministratore delegato del club pare essere quasi un liquidatore anonimo. Si espone poco, non è mai andato oltre due interviste alla Gazzetta in 15 mesi di lavoro, non parla bene l’italiano e non ha creato un suo rapporto coi media ed i tifosi non sanno nemmeno che tono di voce abbia. In più ha scelto un management alla parte sportiva di cui ha iniziato a non fidarsi quasi da subito, forse stupito dalla scelta sbagliata dell’allenatore, vista l’esperienza negativa di Marco Giampaolo. Magari Boban e Maldini non hanno le giuste qualità per svolgere la funzione di dirigenti di alto livello. Tuttavia Boban e Maldini si trovano in quelle posizioni apicali in ragione delle scelte fatte in estate da Gazidis che ha deciso di affidare a loro la gestione della parte sportiva del club. Che significato ha scegliere un gruppo dirigente e, a distanza di qualche mese, metterne in discussione capacità e scelte perchè hanno puntato un tecnico che non ha funzionato? L'attuale AD del Milan pare non aver capito ancora nulla di come funziona il sistema calcio in Italia. Sembra quasi un alieno arrivato qui per sbaglio. Boban, di contro, con quell’intervista da ex giocatore, ha dimostrato di non essersi perfettamente calato nella parte del dirigente di un club come il Milan. Ad alti livelli bisogna saper ingoiare rospi, è necessario avere la pazienza come virtù e bisogna saper aspettare quando certe scelte non vengono sposate dalla proprietà. Non si può sparare a zero contro che ti è superiore sul piano gerarchico o, addirittura, contro coloro che ti pagano lo stipendio a fine mese. Paradossalmente, il Milan si ritrova ad avere un AD che non sa parlare, o che forse non vuole farlo per scelte, ed un CFO che parla a sproposito, mettendo in piazza cose che dovrebbero rimanere all’interno del club. La sensazione che se ne ricava è quella di una profonda inadeguatezza dirigenziale. I fasti del passato sono lontani: oggi i tifosi rossoneri si accontenterebbero di avere almeno una società credibile. Per quanto visto finora però, sembra proprio una chimera!

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