Un problema di testa (e non da oggi) Due volte rimontati, un po' di sfortuna, ma la questione è la testa

25/10/2019

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La partita contro il Lecce ha mostrato qualche pregio di questa squadra gestita da Stefano Pioli, ma soprattutto i vecchi fantasmi del passato.
La squadra ha faticato a chiudere la partita, ma soprattutto ha subito due reti, entrambe in rimonta.
Un limite psicologico importante nel momento in cui la squadra è stata raggiunta sull'uno a uno e, nonostante la scossa della ritorno al gol di Piatek, invece di controllare la gara e portarla a casa, alcuni errori banali hanno minato la sicurezza dei rossoneri.
Questi limiti caratteriali della rosa sono persistenti, resistono agli allenatori e alle tipologie di gioco e quindi rappresentano un problema oggettivo della squadra.
Non è solo una questione di personalità, ma proprio di reazione agli eventi avversi, alla capacità di rispondere a quanto succede in campo e dare quel 1% in più che può servire alla causa.
L'impresa per Pioli non è semplice e anche un allenatore temperamentale come Rino Gattuso ha faticato nel far cambiare l'atteggiamento, perché è di questo che si parla.

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Non è una condizione fisica o tattica, ma semplicemente una condizione mentale.
C'è chi imputa il calo alla mancanza di leader e di giocatori di personalità, ma il rendere di più nei momenti di difficoltà non ha solo a che fare con l'esperienza e le propensioni personali, ma è la capacità di non abbattersi, di arrabbiarsi e reagire immediatamente.
Julio Velasco, tanto per citare un allenatore che non bazzica i campi verdi, racconta spesso come la motivazione può far compiere passi mai immaginati prima, portando crescita e consapevolezza.
Quella crescita e consapevolezza nei propri mezzi che una squadra giovane non può avere, ma molta parte della rosa è ormai al terzo campionato e dovrebbe aver capito determinati concetti.
Un limite, quindi, strutturale.
 

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