La semplicità del calcio Via Giamapolo e subito Piatek ritorna al gol

25/10/2019

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Fare gol è come andare in bicicletta. Se sai come si fa, se l'istinto ti guida nelle situazioni che si creano in area di rigore, puoi anche avere un periodo di crisi, ma prima o poi tornerai inevitabilmente a segnare.
Segnare, in fondo, è un'arte non riconosciuta sui libri o nel pensiero comune, ma riuscire ad avere l'intuito giusto per capire dove una palla arriverà e farsi trovare nel momento migliore, fa di una punta, un'artista della posizione.
Kris Piatek rientra assolutamente in tale tipo di categoria dal nobile lignaggio, anche perchè guadagnarsi l'accesso ad essa non è per nulla facile. Non valgono i buoni rapporti, ma solo ed esclusivamente i segnali del campo.
Proprio quei chiarissimi segnali del campo che Marco Giampaolo (allenatore del Milan per circa 100 giorni prima dell’esonero) ha colpevolmente ignorato, pur non facendo in questo modo l'interesse della squadra.
Giampaolo ha trattato Piatek da attaccante totale e lo ha impiegato in tutto il precampionato e nelle prime gare di Serie A, non da punta centrale, bensì da attaccante che doveva partire da posizioni lontane dalla porta.
Il polacco non si è decisamente trovato a suo agio in questa veste, anche perchè il numero nove rossonero diventa Re soltanto all'interno dell'area di rigore; fuori da essa mostra invece i suoi limiti tecnici e di predisposizione alla partecipazione al gioco.
Sul piano della qualità individuale, i piedi di Piatek non hanno una nobiltà calcistica assoluta, tanto che il ragazzo fa fatica negli uno due sullo stretto e non è particolarmente portato nel gioco spalle alla porta.
Per Giampaolo tutti questi aspetti, pur essendo evidenti in maniera lapalissiana, erano problematiche su cui il giocatore polacco doveva lavorare con sacrificio ed abnegazione, soffrendo e sbattendosi in campo.
Per questo, proprio sul campo, non gli ha mai ritagliato la posizione classica del centravanti (quella in cui Piatek si trova meglio), ma lo ha sempre costretto a fare ruoli in cui i suoi limiti prevalevano sulle qualità.
Stefano Pioli invece è arrivato al Milan con un approccio alla questione completamente diverso ed estremamente pratico. Lo si è notato subito, dalle prime interviste e dal modo di porsi con lo stesso giocatore.
Per il nuovo tecnico del Milan, Piatek è un giocatore molto forte all'interno dell'area di rigore. Sa benissimo che su questo fondamentale il ragazzo venuto dal Genoa è molto forte e vuole sfruttarlo per tali doti.


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Non si pone il problema o, addirittura, l'obiettivo primario di migliorarlo e di farlo crescere in determinate situazioni di gioco. Questo aspetto, per Pioli, è un qualcosa che verrà col tempo, eventualmente.
Al Milan d'altronde, come in tutte le grandi piazze, il tempo per implementare e fare esperimenti è davvero poco. Bisogna fare risultati ed i giocatori vanno utilizzati per le caratteristiche che possiedono, non per quelle che non hanno.
Piatek è un animale d'area di rigore e, per metterlo nelle condizioni di essere decisivo, è necessario rifornirlo con cross precisi, sia dal fondo, sia dal lato corto dell'area di rigore. Deve aggredire la profondità senza preoccuparsi troppo dei movimenti da fare in incontro.
Non sarà mai una punta abile nella partecipazione alla manovra della squadra; potrebbe migliorarsi con l’andare delle stagioni ma, comunque, ciò non cambierebbe in modo radicale le sue caratteristiche tecniche.
Tuttavia, non parliamo di un giocatore qualsiasi bensì di un attaccante che ha e continuerà ad avere un grandissimo istinto per il gol e una straordinaria cultura dei movimenti e dei contromovimenti di attacco alla porta.
Segnare in fondo, è un qualcosa che si ha dentro. Gli allenatori possono insegnare tante cose ai giocatori, ma non l’istinto del gol. E Piatek grazie al cielo, di quell'istinto si nutre e si alimenta dato che il calcio, per fortuna, è più semplice di quanto molti soloni vorrebbero farlo apparire.

Capitan Uncino

 


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