Non si vede la luce in fondo al tunnel Troppi anni di poche soddisfazioni e tante delusioni per i tifosi

11/10/2019

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Da troppi anni il Milan è in parabola discendente. Almeno dal campionato 2012-2013, il primo da quando furono smembrati i resti di una squadra di campioni mandati in pensione da Allegri, il tutto coronato dalla cessione di Ibrahimovic e Thiago Silva. Un terremoto.
Da allora alti e bassi. Anzi, più bassi per la verità.
Due cambi di proprietà, la UEFA che intercetta le magagne a bilancio di Galliani e poi dei cinesi, fino all’arrivo di Singer, che doveva essere l’angelo salvatore.
Il fondo Elliott ha salvato i conti, ha più o meno sistemato la questione UEFA, probabilmente costruirà uno stadio nuovo, ha speso un sacco di soldi in acuisti di giocatori, ma la squadra ha sempre gli stessi problemi da sette anni a questa parte: un gioco orrendo.
Abbiamo visto passare sulla panchina più gente che viaggiatori nell’ora di punta sulla metro fermata Duomo. In ordine sparso: Allegri, Seedorf, Montella, Mihailovic, Inzaghi, Brocchi, Gattuso, per finire con l’apparizione più veloce come allenatore nella storia del Milan: Giampaolo.
Sono cambiati giocatori, allenatori, proprietà, staff vari e persino la sede. Ma i problemi della squadra sembrano sempre uguali.
Se prendessimo le cronache a caso di tutti gli anni del dopo terremoto, leggeremmo sempre di gioco lento, giocatori che appaiono poco motivati, scarso attaccamento alla maglia e poca concentrazione.


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Forse occorre un esorcista a Milanello, come suggerito da qualcuno.
E i tifosi, che pure hanno sempre risposto con entusiasmo, cominciano ad averne le scatole piene.
Nessuno chiede lo scudetto. Si può vincere, perdere o pareggiare, ma quello che si chiede è che almeno ci sia un gioco. Un’idea di gioco. Sappiamo di non aver in squadra Messi e Ronaldo, ma è troppo chiedere che l’allenatore dia un’organizzazione e che sfrutti al meglio le qualità dei giocatori. Magari facendoli giocare nel proprio ruolo? E non esser così dipendenti dall’estro di un solo giocatore, per quanto bravo, come Suso?
Ci deve per forza esser un modo per far giocare questa squadra, il calcio non è poi così complicato. E’ difficile pensare che solo un fenomeno in panchina possa far giocare questo Milan.
Adesso è arrivato Pioli, uno che normalmente quando subentra ottiene quasi subito dei risultati. Questi ultimi sono fondamentali, anche perché eravamo partiti per un piazzamento in Champions League, ma sarebbe chiedere troppo vedere un po’ di gioco?
 


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