Nella gioia e nel dolore, rimane il grande amore! Chi dice “Basta ho chiuso con il Milan” non è un vero tifoso

11/10/2019

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Nella vita si possono cambiare svariate cose: casa, macchina, religione, lavoro, parenti, ma una cosa rimane per sempre.
Questa cosa può sembrare a molti un’assurdità, ma solo chi non la capisce fino in fondo la può trattare con assoluta leggerezza. Cominciano a dirti che è solo uno sport, undici persone che inseguono un pallone, che alla fine dei conti loro hanno soldi e tu quello che li arricchisci.
Beh, la fede calcistica è altro, molto altro.
Ognuno vive il tifo a modo suo, c’è il simpatizzante, quello che lo fa per stare in compagnia, l’hobbista, può ci sono anche i veri passionali. Ecco l’ultima categoria sarebbe materia di studio, perché riuscire a capire cosa scatta in certa gente quando vedono i colori della propria squadra del cuore, è qualcosa di inspiegabile.
C’è chi già ore prima, se non giorni, avverte quella tensione mischiata ad ansia che ti porta fino alla partita; lì poi è inevitabile lasciarsi trasportare dalle emozioni.
Ma quello che non riescono proprio a capire gli altri “normali”, è che non è una cosa costruita o voluta. Segno inequivocabile è l’aumento esponenziale del battito cardiaco durante la partita. E lì non ci puoi far niente, non c’è un interruttore o telecomando da utilizzare a piacere, per modulare il ritmo dell’organo vitale più importante.
Perché questo preambolo? Beh, inutile nasconderci, le ultime vicissitudini al Milan hanno logorato il legame affettivo del supporter rossonero verso la squadra. Molti hanno reagito d’impulso e per la rabbia se la sono presa con chiunque, dimenticando però che la maggior parte dei mali non derivano da questa proprietà in sella da 15 mesi.
E’ proprio a questo mercoledì ha risposto educatamente l’AD in carica, ammettendo che alcuni errori sono stati commessi, ma anche la situazione in cui versava il Milan nell’estate 2018.
Evidentemente molti hanno la memoria corta, un bonifico mai arrivato, un cinese che sparisce e la Uefa che ci sbatte fuori dall’Europa.
Cosa strana se si pensa che si era alla presentazione del nuovo mister, a cui rivolgiamo un in bocca al lupo, ma la situazione era diventata grottesca ed era giusto chiarire alcune cose.
Gazidis ha parlato di rischio fallimento in caso non fosse intervenuta Elliott, tecnicamente cosa non proprio corretta diciamo, ma il messaggio era chiaro: meglio una proprietà stabile che un inadempiente. Poi se si vuole far le pulci ai punti e virgola, facciano pure, ma i fatti sono quelli.
Troviamo sia stato un segnale forte la presenza di tutti alla conferenza: ci hanno messo la faccia ed hanno ammesso di aver fatto errori di valutazione, ma allo stesso tempo faranno di tutto per invertire la rotta. Hanno chiesto tempo, cosa necessaria per costruire qualcosa di duraturo.
Lo sfogo dei tifosi è comprensibile, ma facciano i tifosi, per gestire il Milan ci sono fior di professionisti, non infallibili, ma pur sempre più preparati di chi sta al di là della trincea.
Sui social, uno dei più grandi mali del secolo, si legge indignazione ed insulti che nascono anche dalla frustrazione delle persone. Ma non crediamo minimamente allo slogan di molti: “Basta ho chiuso con il Milan!”.
Balle: nella gioia e nel dolore, rimane un grande amore!
FVCR

YouRedBlack


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