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Dopo lo shit storm di #pioliout, la presentazione alla stampa dell'allenatore non è stata una risposta adeguata per ridare fiducia e speranza al popolo rossonero.
Se il linguaggio del corpo dei protagonisti ha detto qualcosa è più che altro emerso il concetto di imbarazzo.
Imbarazzo nei volti e nei gesti, ma anche nelle parole.
Ivan Gazidis ha voluto dare una importante sterzata a livello di comunicazione della società, ricordando che il Milan si trova in questa condizione per una serie di errori, ma che si è giovani e si può sbagliare, ma con la massima onestà.
Boban e Maldini non erano certamente felici di aver rinnegato i pensieri di maggio sull'allenatore e dover ammettere l'errore nella scelta, o meglio, di ammettere che il Milan non ha il lusso di attendere il lungo lavoro che aveva in mente Marco Gianpaolo.
Pioli aveva voglia solo di scappare a Milanello e mettersi al lavoro, travolto da una delle peggiori accoglienze della storia del calcio.
Dobbiamo dare atto all'allenatore di essere una persona che si è contraddistinta per la sua serietà e compostezza, ma anche di essere sempre stato molto filosocietario nelle scelte.
Ecco, augurandoci di vedere dei risultati, non vorremmo mai che Pioli diventasse vittima della dirigenza e della salvaguardia degli investimenti fatti, per quanto lecita, ma che si assumesse delle responsabilità importanti in termini di gioco e giocatori.
In fondo, per ripartire, il Milan ha bisogno proprio di questo, per recuperare entusiasmo.
Quell'entusiasmo che aveva avvolto la presentazione alla stampa di Gianpaolo, tutti con ampi sorrisi e battute, e che con Pioli non è mai apparso, nemmeno per un secondo.
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