La dura vita di Maldini e Boban I dirigenti rossoneri stanno imparando la differenza fra teoria e pratica. A loro spese!

11/10/2019

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Probabilmente ci credono davvero. Oppure si sono infilati in un vicolo cieco e, per provare ad uscirne, hanno giocato il jolly chiamato Stefano Pioli. Curiosa la scelta, anche perchè profondamente agli antipodi rispetto a quella di giugno.
Da un allenatore dogmatico e fortemente legato ai concetti come Marco Giampaolo ad un allenatore pratico, solido, attento ai risultati, come Stefano Pioli. Nel mezzo l'idea di prendere Luciano Spalletti, nome che avrebbe garantito i milanisti sul progetto di Elliott perchè trattasi di allenatore si controverso, ma abituato alle grandi piazze e buon conoscitore dell'alta quota.
Spalletti si è incartato sulla buonuscita mentre Boban e Maldini sono rimasti sorpresi nella loro ingenuità figlia di una verginità dirigenziale ancora fresca. Forse solo oggi stanno imparando a capire che cosa significa fare i dirigenti, confrontarsi con situazioni pratiche.
Parlare da fuori riusciva ad entrambi molto bene. Discutere le scelte degli altri li faceva apparire dei piccoli sapientini messi da parte non si sa bene per quale motivo.
Con la scelta di Pioli ed i conseguenti mugugni di tutta la tifoseria, sia Boban e sia Maldini hanno iniziato a familiarizzare col concetto di difficoltà, con le impopolarità di un ruolo che richiede nervi saldi e cervello fino.
L'essere stati fuoriclasse sul campo è un lasciapassare che dura le prime settimane, il tempo della luna di miele. Poi, col tempo, può addirittura divenire un problema, un qualcosa che i tifosi ti usano contro. Dimostrare, nel calcio, non è un verbo semplice anche perchè la strada per farlo non è mai in discesa e non può essere sicura.


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Oggi hanno scelto Pioli e siamo certi che in questa scelta entrambi ci hanno messo l'anima e la testa. Sanno che un allenatore meno concettuale di Giampaolo può rasserenare un gruppo di giocatori giovani che va sostenuto e non inondato di lezioni da mandare a memoria. "Non funzionava" si è lasciato scappare Paolo Maldini durante la presentazione di Pioli, riferendo questa frase al rapporto fra il Milan e Giampaolo. E' stato esattamente così.
Adesso la teoria finirà nel cassetto e nella pratica ci saranno due missioni: recuperare e valorizzare giocatori in cui la società crede ma che, per il tecnico svizzero, non erano pronti o non avevano sufficienti conoscenze per praticare il suo calcio. Parliamo di Rafael Leao, di Theo Hernandez, di Bennacer e di Rebic.
Pioli ha la più grande chance della vita. Spetta a lui sapersela giocare al meglio.

Capitan Uncino
 


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