Una scelta figlia della storia Con Giampaolo in panchina, il Milan rimette il gioco al centro della sua dimensione di club

07/06/2019

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Sarà Marco Giampaolo il nuovo allenatore del Milan nella stagione 2019-2020. La decisione pare ormai esser stata presa dai vertici societari, col Direttore Tecnico in pectore (Paolo Maldini) che ha scelto in maniera convinta l’attuale tecnico della Sampdoria. Una scelta che può essere definita come ponderata, ragionata ma soprattutto figlia del momento. Nell’attuale congiuntura infatti il club rossonero non ha la possibilità di far pesare sul mercato tutta la forza economica della sua proprietà a causa dei vincoli e dei paletti messi dall’UEFA, con quell’assurdo principio del Fair Play Finanziario che, nel tempo, sta diventando sempre di più una folle barriera d’accesso al sistema della competitività.
Il Milan quindi riparte dalle fondamenta e la scelta di Giampaolo non può che avere un retrogusto antico. Si torna ad un allenatore che mette una precisa idea di calcio offensivo e collettivo al centro del suo progetto. Con Marco Giampaolo il Milan torna ad issare la didattica come valore primario e fondante della sua dimensione di squadra e, nel contempo, della sua cultura di club calcistico di alto lignaggio.
I tempi non sono più quelli dorati del berlusconismo più aureo, ma l’eredità di quel periodo ha lasciato un segno nell’animo di chi come Paolo Maldini, in quell’epoca, non è stato soltanto fuoriclasse assoluto sul campo, ma è stato anche alfiere di una rivoluzione culturale. Il gioco, nella storia moderna del Milan, va sempre messo al centro di tutto e va considerato come valore assoluto, perché solo tramite il gioco è possibile arrivare ai risultati sperati. Nessun timore pertanto di compiere una scelta impopolare, andando a prendere un allenatore non di alto livello.


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D’altronde tutto questo rientra pienamente nella storia del Milan che è sempre stato scopritore di allenatori e mai secondo utilizzatore di allenatori già vincenti presso altri lidi. Marco Giampaolo arriva inoltre al Milan con la benedizione di Arrigo Sacchi che, già nel 2016, aveva consigliato il suo nome ad Adriano Galliani. Il consiglio, in quel momento, non venne ascoltato, anche perché la scelta non era libera, trovandosi il Milan in un momento molto delicato di passaggio societario. Oggi quel medesimo consiglio è stato invece recepito da Paolo Maldini, che ha convintamente scelto Giampaolo per le sue idee di calcio offensivo, collettivo, sistematico e dettagliatamente organizzato.
Il Milan dunque riparte dalle sue origini e da un ritorno allo spirito antico che è molto mancato nell’ultimo decennio. Perché a volte, per andare avanti, è necessario fare un passo indietro.

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