Una questione di approccio, come lo scorso anno A Roma il Milan è entrato troppo poco "cattivo" in partita
15/09/2017
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La storia del Milan di Montella è piuttosto chiara: fino a dicembre 2016 una squadra garibaldina, poi dopo la vittoria della Super Coppa si è trasformata in una squadra di agnellini che si trasformavano in montoni verso la fine delle partiti (e non in tutte).
L'atteggiamento contro la Lazio è stato imbarazzante: non è la statistica a dirlo (praticamente nessun pericolo procurato agli avversari), ma i movimenti dei giocatori.
Una squadra timida, rinunciataria e senza guizzi, il contrario di quanto visto nelle partite dei Europa League e nella prima giornata di campionato.
Una squadra con giocatori che si muovono compassati, senza veemenza, senza fisicità e oltretutto senza idee.
Troppe volte questo atteggiamento è stato riscontrato nel campionato scorso per non aver fatto suonare tutti i campanelli di allarme a Milanello e a Casa Milan, perché questo è stato il limite maggiore di questa squadra , ma la colpa è ricaduta sui giocatori in campo.
Cambia la stagione, cambiano gli interpreti, anche se non tutti visto che qualcuno è rimasto in panchina, ma l'atteggiamento si ripete.
Come se non bastasse, con l'aggravante di non essere nemmeno entrati in campo con la cattiveria giusta nel secondo tempo, tanto da prendere altre due sberle che hanno messo completamente K.O. la squadra.
Potremmo finire qui, ma in realtà c'è di peggio: con una Lazio rinunciataria grazie al vantaggio cospicuo e con la testa già verso la partita infrasettimanale di coppa, il Milan non ha creato quasi niente, il gol di Montolivo è casuale, anche se lo stop è stato strepitoso.
Questo atteggiamento deve cambiare, anzi, sarebbe utile che non si veda mai più un approccio alla partita così sbagliato sia di mentalità, sia di tattica e sia di tecnica, perché sui gol ci sono errori significativi che non possono certo passare in cavalleria!
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