Liberare Calhanoglu: un must per Montella Ha piedi educati, ottimo tiro e buone capacità di inserimento senza palla

15/09/2017

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L'ambientamento è un fattore troppo spesso sottovalutato nelle varie analisi sui giocatori e sul loro rendimento. Un termine, l'ambientamento, che va usato a tutto tondo, ossia a 360 gradi.
E' il caso, ad esempio, di Hakan Calhanoglu, trequartista offensivo turco che il Milan ha prelevato in estate dal Bayern Leverkusen pagandolo circa 22 milioni di euro.
Il giocatore è giunto a Milan a sorpresa perchè il suo acquisto ha colto tanti in contropiede, in quanto il suo nome non era stato accostato al club rossonero nelle settimane precedenti il suo arrivo.
Si tratta di un giocatore forte, quasi completo, un trequartista atipico che può adattarsi anche ad altre posizioni in zona offensiva. Al momento però Calhanoglu non pare essersi ambientato, sia per quello che concerne l'adattamento in quel di Milano, sia soprattutto per quello che concerne l'amalgama con la squadra e la sua posizione in campo.
Già, proprio il modo in cui lo impiega Vincenzo Montella è un argomento sul quale concentrare parecchie delle proprie riflessioni perchè, se una posizione di campo non è la panacea di tutti i mali, a volte può aiutare. Tanto anche.
Calhanoglu, se potesse scegliere senza doversi preoccupare di dirlo, ambirebbe a giocare da trequartista puro dietro una punta, possibilmente in un 4-2-3-1.
In altri termini, vertice alto di uno schieramento offensivo, referente tecnico della squadra e prima opzione offensiva sull'uscita della palla dalla fase difensiva. Non è un giocatore molto avvezzo ai dribbling, ragione per cui si esprime meglio negli spazi.
Finora invece, Montella lo ha alternato come mezzala sinistra di un centrocampo a 3, oppure come esterno offensivo in un 4-3-3, zone di confine dove è richiesta una specialità che un atipico non può avere.
Sono posizioni di campo che Hakan può ricoprire ma non sono zone di campo nelle quali riesce ad esprimersi al meglio. La sua atipicità consiste nell'avere piedi educati, ottimo tiro e buone capacità di inserimento senza palla. Se lo responsabilizzi e gli lasci libertà di interpretazione diventa un elemento chiave; viceversa tende ad incupirsi.
E' un talento grezzo in sostanza che, inquadrato all'interno di uno schema troppo limitante in fase di non possesso, tende a rendere meno e a non riuscire ad esprimere le proprie qualità.
Liberarlo da un inquadramento tattico troppo ferreo può essere la chiave giusta per farlo esprimere al meglio, ma è una soluzione a cui bisogna ricorrere prima possibile. L'attesa, si sa, è nemica della resa.

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