#gigiocapitano Il suo atteggiamento nel dopopartita a Torino vale più di mille promesse

17/03/2017

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In vita mia solo un’altra volta ho visto Galliani scendere in campo al termine di una partita tra i giocatori, i tecnici e gli arbitri, amici ed avversari, e gettarsi nella mischia col volto rubizzo dell’incazzatura: è accaduto a Marsiglia, nel 1991, durante la famosa partita dei riflettori, quella con cui ancora adesso, non avendo altri pretesti cui appellarsi su quel periodo, i tifosi ed i giornalisti avversari ci sfracannano gli zebedei tra mille risolini di sfottò.
Ci costò la squalifica di un anno dalle coppe europee, quella roba lì (in cui, e gli addetti ai lavori lo sanno bene, non erano in gioco solo i riflettori spenti del Velodrome, ma qualcos’altro, qualcos’altro che tre anni dopo sarebbe emerso con chiarezza).
Nel frattempo, abbiamo subìto cosette come il gol non gol di Muntari, il gol misteriosamente annullato a Sheva a Barcellona, il rigore creativo preso sempre a Barcellona a gioco fermo con l’inversione della spinta di Pujol a Nesta…
In nessuna di queste occasioni Galliani è entrato in campo.
Stavolta invece Galliani ed il fido Maiorino l’hanno fatto.
Eppure, se la sono cavata solo con un’ammonizione con diffida ed un’ammenda a carico del Milan di 5.000 euro a titolo di responsabilità oggettiva con la sola motivazione che non avevano alcun titolo a stare lì.
E che dire di Bacca, che è sceso apposta in campo, dopo essere stato sostituito a metà secondo tempo, già vestito in borghese, per cantarne quattro agli arbitri, ha toccato il braccio-spalla di Doveri, proferito un evidente “Figlio di p…” in lingua madre, eppure ha preso solo una giornata “per avere, al termine della gara, nel recinto di giuoco, già sostituito ed in abiti civili, protestato in maniera plateale e veemente nei confronti di un Arbitro Addizionale, avvicinandosi con atteggiamento aggressivo nei confronti del medesimo, finché non veniva trattenuto ed allontanato a forza dai dirigenti e dall’allenatore della propria squadra”, come recita testualmente il dispositivo del Giudice Sportivo, oltre ad aver subito anche lui una multa di 10.000 euro?
Ma come?
Per molto meno, ricordate, Ibra venne sanzionato per più giornate, a causa di una parolaccia urlata al vento in dialetto serbo, udita dal guardalinee a circa quaranta metri di distanza…
E i presunti comportamenti offensivi di De Sciglio, di Poli, di Donnarumma???
Già, Donnarumma, parliamone…
O meglio no, non parliamone, basta la celestiale visione di quegli attimi meravigliosi del suo rientro negli spogliatoi…
Sarà mica per quelle parole, per quei gesti, per quel bacio che gli juventini se la sono tanto presa?
E infine, l’ultimo giallo, quello dello spogliatoio “devastato” dello Juventus Stadium…
Di cui ancora nessuno ha visto una foto…
Certo, dice il giornalista nonché tifoso juventino Capuano, nessun ufficio stampa con un minimo di intelligenza diffonderebbe immagini in cui si vedono i due scudetti 2005 e 2006 onorati dell’aggettivo LADRI a caratteri cubitali (oltre a uno sgabello buttato per terra, forse rotto, sarebbe questa robetta qui la “devastazione” dello JS…): sarebbe un’immagine “iconica”, dice, che finirebbe col passare alla storia, col ridicolizzare tutto quel lavoro di propaganda, di ricostruzione di una autostima, di a suo modo intelligente opera di intimidazione grazie alla quale è nato e si è sviluppato il fenomeno dell’invincibilità Juve allo Stadium…
Forse Capuano, senza rendersene conto a pieno (o forse se ne è reso conto, ma ovviamente non lo vuol o può dire), ha centrato perfettamente il punto.
Sarà mica che scrivere LADRI su quegli scudetti di polistirolo alla fine non è che fosse tanto sbagliato?
E qui si tirano le fila del discorso.
Ormai il Milan, fidatevi, è comunque in uscita da Fininvest, e Galliani stavolta ha voluto prendersi uno sfizio, tanto al massimo che poteva succedergli, che lo squalificavano?
“E chi se ne frega, tanto tra un po’ ci saranno altri al posto mio!”, può aver pensato…
Nessuna replica alla Juve (tranne le perfette parole di Montella nell’immediato post match, che hanno finito con lo smontare moralmente ogni e qualunque manovra nemica, e di fronte alle quali ancora più miserevoli sono risultate sul piano dello stile quelle dette da Dybala), nessuna scusa, un laconico e secco “No comment” alle prime voci uscite sulla “devastazione” dello Stadium…
Soprattutto, buttata lì da alcune voci autorevoli vicine al Milan, l’idea che la società rossonera potesse contestare formalmente, qualora si andasse oltre il minimo sindacale previsto di penalizzazioni ai suoi danni, come paventato dagli spifferi juventini, la legittimità di certe immagini all’interno dello spogliatoio ospiti, che di sicuro costituiscono formalmente uno sgarbo alla giustizia federale già di per sé, e utilizzate come vero e proprio mezzo intimidatorio finiscono col risultare persino in palese violazione delle norme sulla lealtà sportiva.
Un’arma spuntata?
Forse, sul piano strettamente giuridico, assai meno su quello mediatico e dell’immagine, perché poteva portare a nuovi conflitti tra Juve, Federazione e resto del mondo calcistico nazionale, mai così compatto da tempo contro i bianconeri…
Non conveniva a nessuno, ed ecco perché tutto è finito a tarallucci e vino, ecco perché alla fine ad esserne usciti male male male sono stati i due arbitri Massa e Doveri (l’ex arbitro Marelli, molto ben informato degli umori tra i suoi ex colleghi, aveva preconizzato su Telelombardia una bella squalifica ai danni di Bacca, dandola per scontata), così come la Juve stessa, che non solo ha dovuto ingoiarsi le voci sulla “devastazione” dello JS, ma ha persino dovuto sorbirsi in faccia la certificazione dell’irraggiungibilità di Super Gigio.
Ed è questa la notizia più bella
Se per dirsi soddisfatti gli bastano le parole di Piersilvio, si accomodasse, contenti loro…
Noi intanto insistiamo per lo sberleffo finale: almeno per il Genoa, #gigiocapitano

Ser Guillaume



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