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Le partite contro il Toro hanno dimostrato che il Milan non inizia quasi mai le gare col piglio giusto. Vincenzo Montella è consapevole di questo problema, ma sembra faticare a porre rimedio.
Le squadre di Mihajlovic, ne sappiamo qualcosa, fanno del pressing asfissiante l'arma vincente e ovviamente, giocando sotto ritmo, trovano vita facile.
Ma non è solamente una questione di velocità, ma anche, se non soprattutto, di distanze e spazi.
Il Milan inizia sempre le partite troppo guardingo, con la linea dei centrocampisti troppo schiacciata sopra quella dei difensori e con un atteggiamento attendista sulla palla. Non appena la squadra inizia ad aggredire gli avversari, la manovra si distende, gli spazi tra i reparti si armonizzano e le ali si aprono.
Non è semplice da affrontare, dal punti di vista dell'allenatore, un problema di questo tipo perché probabilmente si inizia la partita impostando sull'attenzione e sulle marcature preventive, necessarie per prendere in mano la partita. Il problema vero è che non avviene quel cambio di passo a meno che la squadra subisca uno shock. A Torino non è bastato uno shock, nemmeno un secondo con il raddoppio, è stata necessaria una parata del rigore per dare la sveglia e la carica.
Il problema vero che affronteremo il Napoli, una squadra che non si fa facilmente mettere sotto dal punto di vista del gioco e ha giocatori di spessore che possono fare molto male.
O ci si sveglia da subito, o si soccombe in fretta.
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