Dov'è finito il Milan Possibile che solo i tifosi siano preoccupati?

29/11/2024

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La stagione del Milan è iniziata con un’ombra inquietante, un presagio di ciò che sarebbe poi diventato un percorso a dir poco accidentato.

Due punti nelle prime tre giornate, un pareggio contro il Torino, una sconfitta contro il Parma e un altro pareggio contro la Lazio, hanno delineato un quadro ben lontano dalle ambizioni di scudetto.

Non si trattava di un semplice avvio stentato, ma di una mancanza evidente di solidità e di un’identità di gioco ancora latitante, un problema che, a dicembre, risulta ancora irrisolto.

La vittoria contro squadre di medio-bassa classifica, si contano sulle dita di una mano; cinque successi su dodici partite di campionato, un dato sconcertante per una squadra con le ambizioni del Milan.

Dieci punti di distacco dalla vetta della classifica e nove dal quarto posto: la lotta per la Champions League, obiettivo minimo, appare già una dura impresa.

L'assenza di una vera competitività, evidente fin dal mese di agosto, è preoccupante. L’allenatore Paulo Fonseca e la squadra sembrano ancora alla ricerca di una quadratura del cerchio tattica, di una coesione capace di trasformare le potenzialità dei singoli in prestazioni di squadra.

La partita contro la Juventus, con l'incredibile dato di zero tiri in porta in novanta minuti, rappresenta la fotografia emblematica di una situazione critica: un’impotenza offensiva preoccupante. Non un semplice passo falso, ma un segnale allarmante di una squadra che, evidentemente, non riesce a trovare la via della rete.

La mancanza di lucidità sotto porta non è soltanto un problema tecnico, ma anche mentale, un segnale di una mancanza di convinzione e di aggressività, di un'assenza di quella fame che serve per conquistare risultati importanti in un campionato così competitivo.

Ma il vero interrogativo non riguarda solo l'aspetto tecnico o tattico.

La scarsa resa del Milan solleva perplessità anche sulla dirigenza e sul proprietario Gerry Cardinale. Il rischio concreto è quello di perdere una qualificazione alla Champions League, un'evenienza che avrebbe ripercussioni pesanti sia sul piano sportivo che su quello economico.

Una squadra con la storia e la tradizione del Milan non può accettare di lottare per un posto in Europa con queste difficoltà. La competizione è spietata, e anche la più piccola disattenzione o lacuna tattica può compromettere la stagione. Servono correttivi importanti e rapidi, sia a livello di gioco che di mentalità.

Non è sufficiente puntare il dito contro l'allenatore o contro i singoli giocatori. La responsabilità è condivisa, un problema sistemico che coinvolge tutto l'ambiente rossonero.

L'assenza di un'identità di gioco ben definita, evidente in ogni partita, la difficoltà a concretizzare le occasioni create e la mancanza di una mentalità vincente sono fattori che mettono in discussione la stagione. Anche la solidità difensiva, pur migliorata rispetto agli inizi, non è ancora sufficiente a garantire prestazioni convincenti.

Un attacco sterile, privo di idee e di incisività, è un problema gravissimo che va affrontato con urgenza. I giocatori, chiamati in causa, devono dimostrare sul campo una maggiore determinazione, una maggiore fame di vittoria, una maggiore consapevolezza della situazione critica che stanno vivendo.

Solo ritrovando quella determinazione perduta e quell’aggressività che li ha sempre caratterizzati, solo ritrovando quell'equilibrio e quella coesione necessari, il Milan potrà sperare di risollevare la stagione e di raggiungere gli obiettivi prefissati. La sfida è ardua, ma non impossibile.

L’allenatore Paulo Fonseca, sotto pressione, deve trovare le soluzioni giuste per migliorare la squadra e dare una svolta a questo inizio disastroso. La pressione è alta, i margini di errore sono ridotti al minimo e la dirigenza dovrà valutare attentamente il da farsi nelle prossime settimane. La permanenza di Fonseca sulla panchina del Milan dipende anche dai risultati delle prossime partite, e la società dovrà essere pronta ad intervenire in caso di necessità, tenendo presente le enormi ripercussioni che un eventuale fallimento produrrebbe.

La stagione è ancora lunga, ma il tempo stringe, e la capacità di reagire e di ribaltare la situazione dipenderà dalla capacità di Paulo Fonseca di trasmettere alla squadra la giusta grinta e determinazione per affrontare le sfide che attendono il Milan. L'obiettivo minimo è quello di tornare a lottare per un posto in Champions League, ma per farlo è necessaria una trasformazione radicale, un cambio di passo netto che deve partire da ogni singolo componente della squadra.




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