La vergogna di una finta condanna L’ammenda inflitta alla Juventus è un’offesa grave a tutte le società che hanno agito correttamente

02/06/2023

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Il calcio italiano, o per meglio dire la credibilità del calcio italiano, è finita in maniera impietosa, sacrificata sull’altare pagano degli interessi di una FIGC sempre più schierata a difesa del club di casa.
Nel procedimento sulle plusvalenze, la Juventus aveva ricevuto una condanna per i suoi dirigenti apicali (Agnelli e Arrivabene 2 anni, Paratici 2 anni e 6 mesi, Cherubini 1 anno e 4 mesi), con una penalizzazione in classifica di 10 punti che l’ha estromessa dai primi 4 posti validi per la qualificazione alla Champions League. Ciò è avvenuto per la violazione dell’articolo 4 comma 1, quello sulla lealtà sportiva, la stessa contestata al club bianconero per ognuno dei 4 illeciti presenti nel procedimento appena chiusosi con il patteggiamento.
Il patteggiamento, si badi, è una facoltà processuale per l’accusato che, tuttavia, nel momento in cui decide di percorrerla ammette la propria colpevolezza.
Cosa c’era nei 4 filoni d’indagine in cui era presente Madama?
Nella manovra stipendi 1 (2019-20) vi era un documento firmato dal Presidente Andrea Agnelli e dal capitano Giorgio Chiellini, che comprova la pianificazione dell’illecito della finta rinuncia dei giocatori a quattro stipendi, con beneficio fasullo di 90 milioni finito a bilancio.
Nella manovra stipendi 2 (2020-21), ci sono invece 17 “side letters” individuali non riportate su moduli federali con cui 17 giocatori aderivano a una nuova finta rinuncia a 4 stipendi sempre per consentire alla società di ritoccare il bilancio a proprio vantaggio con perdite fintamente occultate per circa 60 milioni.
Nel filone sugli agenti c’era il materiale probatorio meno gravoso, ossia intercettazioni telefoniche confessorie e scritture private che comprovano tutta una serie di illeciti commessi per operazioni di mercato inesistenti.
Nel filone sui club amici vi era invece una serie di documentazione atta a comprovare la rete di alleanza fra la Juventus ed una serie di club, non solo di serie A, società amiche che si prestavano a commettere azioni illegali di ogni tipo per permettere alla Juventus la realizzazione di operazioni di mercato e di contabilità illecite.


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Orbene anche solo considerando i primi due filoni di questa inchiesta parliamo di circa 150 milioni di euro di falso in bilancio da parte del club torinese, per i quali la Juventus ha ammesso le colpe, ricevendo in cambio il classico buffetto di rimprovero che si materializza in una multa (qualche buontempone l’ha definita maximulta) di 718 mila euro.
Di che cosa stiamo parlando?
I numeri da soli danno l’esatta dimensione di quello che è avvenuto; un club colpevole che ammette le proprie responsabilità, una FIGC che interviene pubblicamente auspicando la tutela del brand di quel club, accusa e difesa che si mettono d’accordo per una condanna che rappresenta un’offesa a tutti quei club di Serie A che, in questi anni, hanno operato nella massima correttezza e nella più totale legalità.
Il problema non è che la Juventus non è andata in Serie B come molti pensavano, bensì che la Juventus, pur rea confessa, abbia ricevuto un’ammenda la cui entità rappresenta nemmeno lo 0,5% delle cifre omesse a bilancio fra il 2020 ed il 2021. Se questo non è uno scandalo nello scandalo…

Capitan Uncino



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