Le cause di un rendimento non ottimale Qualche considerazione sul Milan a due mesi dalla fine della stagione

24/03/2023

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Troppo spesso, nel calcio, si tende a dare soluzioni semplici a problematiche complesse. Di solito quando in una squadra le cose non vanno come dovrebbero parte la caccia al problema: per qualcuno è responsabilità dell’allenatore, per qualcun altro della società, qualcun altro ancora punta l’indice contro questo o quel giocatore. Tutto ciò è pienamente legittimo e fa parte di quella sana passione popolare per il calcio che porta gli appassionati tifosi ad assumere posizioni partigiane. Tuttavia questo tipo di approccio non favorisce una seria analisi delle cose. Il calcio è uno sport collettivo che non può essere giudicato sulla base di parametri individuali. Nel Milan di oggi appare evidente come il passo tenuto dalla squadra in campionato non sia confacente rispetto al passo della scorsa stagione e questa andatura insolita rischia di mettere a rischio il vero obiettivo sacrale per il club, ossia la qualificazione alla prossima Champions League. Tentare di giustificare il rendimento del Milan in campionato sulla base di una singola problematica è una falsa illusione. Ci sono tanti fattori che hanno inciso sul rendimento della squadra in questa stagione ed è opportuno analizzarli tutti in maniera ponderata.
Sistema di gioco
Il Milan aveva bisogno di un piano B nei momenti in cui la condizione atletica non era più ottimale e nei momenti in cui la squadra faceva fatica a coprire il campo. Le mosse di Stefano Pioli adottate ad inizio febbraio sono state utilissime, ma tardive. Il 3-4-2-1 è un modulo flessibile che può evolvere in altri modi di occupare il campo. Certo alla squadra manca quella carica innovativa di freschezza che aveva caratterizzato i tre anni precedenti (2020-2021 e 2022). Il Milan comunque, anche nella sconfitta, riesce a tenere il campo e a non perdere la bussola. La buriana di gennaio è lontana perché in quella fase la squadra aveva smesso di pensare collettivamente e si era rifugiata in una serie di soluzioni individuali che avevano soltanto tolto sicurezza all’intero gruppo. Quel mese è la causa principale del tracollo rossonero che in classifica ha 7-8 punti in meno rispetto alla scorsa stagione.
Il peso del mondiale
Non è una scusante, ma il Mondiale ha pesato moltissimo nel mese di gennaio scorso che ha tolto al Milan tutto il margine di sicurezza che aveva sulla quinta in classifica. I rientri di Giroud e Theo Hernandez sono stati complicati perché entrambi sembravano scarichi soprattutto sul piano nervoso. Si tratta di una situazione comprensibile, finanche umana perché sorta dopo una finale mondiale persa, ma nei fatti il loro contributo è mancato per un mese e questo ha inciso sulla squadra.
Mercato
Il tema dei temi è questo. Il perfetto banco degli imputati. Ad oggi il mercato estivo 2022 non ha inciso, se non in minima parte (Thiaw). Sappiamo che il Milan ragiona negli investimenti sul lungo periodo e quindi i giudizi si possono anche rimandare di un anno, ma le questioni aperte sono essenzialmente due: Origi e De Ketelaere. Per quanto riguarda l’ex centravanti del Liverpool l’impressione è che si tratti di un acquisto sbagliato. Per caratteristiche, non sembra un attaccante adatto alla Serie A. Sulla carta Origi doveva essere il centravanti titolare del Milan, consentendo così a Giroud di centellinare le sue presenze. Nei fatti il francese è stato spremuto al massimo perché prima i problemi fisici e poi il rendimento non eccelso hanno distolto Pioli dall’idea di puntare su Origi titolare. L’ex punta dei Reds appare inadatto a fare la prima punta in un campionato tattico come quello italiano. La questione De Ketelaere sembra invece più complessa. Più che risposte da dare, abbiamo domande da porre. Con un preambolo. Si vede lontano un miglio il talento di questo ragazzo, così come si nota subito che rende al meglio (inizio stagione) quando si sente pienamente coinvolto. Non è un trascinatore; è un giocatore che può trascinare la squadra se messo nelle condizioni per farlo. Perché quindi il Milan lo ha preso se non era preparato all’idea di farne un titolare fisso attorno a cui modificare alcuni aspetti della squadra? De Ketelaere è un sublime passatore. Fra Firenze e Salernitana, in poco più di 110 minuti, ha messo tre volte un compagno in condizioni di calciare in porta. Ma se hai queste caratteristiche devi avere in tasca anche i codici della squadra. Li acquisisci solo giocando tanto, giocando sempre. Oggi il belga è un equivoco, più per responsabilità del Milan che per reali colpe proprie.

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