Gazidis grande dirigente? Forse Sono stati molti i passi falsi dell’AD in questi anni

10/06/2022

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Il Milan ha vinto. Siamo campioni d’Italia e giustamente si festeggia.
Si glorifica il lavoro sul campo di Pioli e la presenza carismatica di Ibrahimovic. Un grandissimo “Bravo!” a Maldini e Massara. E sui media si riconosce a Gazidis di essere un grande Amministratore Delegato perché è riuscito a vincere rimettendo in sesto il bilancio.
Ma c’è un qualcosa che in questa narrazione stride con la realtà e con la storia.
Innanzitutto, a marzo 2020 Gazidis aveva già dato il benservito a Pioli e ingaggiato Rangnik. La squadra stava andando benissimo dopo un avvio disastroso e, come ringraziamento, si era pensato ad un cambio di panchina. Peraltro con un semi-guru straniero specializzato in valorizzazione di giovani per poi venderli al miglior offerente. Non esattamente l’esempio di un progetto di rinascita di un grande Milan.
Una genialata che portò Boban allo scontro frontale con il sudafricano, cosa che continua ancora adesso in tribunale, e che allontanò Zvone dalla società.
Non ci fosse stata la levata di scudi anche da parte di Maldini, della squadra e dei tifosi, alla fine di quella stagione avremmo salutato Pioli.
Un altro fattore è l’arrivo di Ibrahimovic, colui che senza mezzi termini ci ha fatto svoltare. Il totem sarebbe arrivato fin da inizio stagione (anche con Giampaolo), ma ci volle la debacle prenatalizia a Bergamo – con un avvilente 5-0 – a far capire a Gazidis che serviva non solo Zlatan, ma anche Kjaer.


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In pratica, l’esperienza necessaria per poter mettere insieme una banda di ragazzi ancora inesperti.
Gazidis per mesi si era opposto all’arrivo di Ibrahimovic, con la scusa più dell’età che dell’ingaggio, visto che era svincolato.
Tralasciamo il tempo impiegato per allestire i team di marketing e vendita, e la questione ancora aperta con la UEFA, che aggiungerebbero benzina sul fuoco. Così come le perdite a parametro zero di Donnarumma, Calhanoglu, Romagnoli e Kessie.
Quindi, adesso che abbiamo lo scudetto numero 19 sulla maglia, ci piacerebbe che Gazidis ammettesse i propri errori, che avrebbero cambiato in peggio la storia del Milan di cui tanto si riempie la bocca. Allora sì che sarebbe un grande AD.

 


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