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Charles De Ketelaere è un mistero calcistico.
Un giocatore che ha mezzi fisici e tecnici enormi, ma dalla personalità ancora troppo poco marcata.
Quando gioca sembra sempre un pesce fuor d'acqua, un pulcino bagnato, un giocatore che viaggia con il freno a mano tirato.
Non è possibile che a destra, a sinistra, in centro, come punta o sotto punta non riesca mai a mostrare le sue qualità.
Incredibilmente, gode di una critica favorevole che è pronta a sottolineare qualche sua presunta prodezza, come quando viene pubblicato che è stato "il giocatore che ha fatto il maggior numero di dribbling a Firenze", che fa il paio con quelle de "il giocatore che ha effettuato il maggior numero di penultimi passaggi": inutili.
Ha segnato meno di Origi e di Saelemaekers, ha fatto meno assist dei due compagni di nazionale, si fa per dire perché gli altri rossoneri non vengono convocati.
Non è un confronto con Diaz o Giroud, e nemmeno con Messias, giocatore che è stato pagato tutt'altra cifra e ha tutt'altro ingaggio.
Qual è il vero CDK?
Non sarà quel giocatore che non è nemmeno stato preso in considerazione a Londra?
C'è chi scommette su di lui per il futuro, c'è chi sostiene che Ibra ha detto che è un fuoriclasse, c'è chi come Leao ha previsto il suo gol a Firenze, eppure i risultati sono sempre sconcertanti e in negativo, ma un sussulto in positivo.
Il gol di testa mangiato nella gara di andata contro il Tottenham ha decisamente lasciato il segno, nella memoria dei tifosi e probabilmente nel morale del ragazzo.
Rimboccarsi le maniche e lavorare probabilmente non basta, serve cambiare marcia a livello mentale, ma guardarlo scaldarsi, sia a Firenze sia a Londra, sembra di vedere un uomo che ha paura della propria ombra.
Si farà, ma la stagione ormai sta andando verso il rush finale: il Milan e i tifosi lo aspetteranno?
O farà come a Londra, lo spettatore?
Contro la Salernitana potrebbe avere una ghiotta occasione, deve assolutamente coglierla.
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