Gerry, dove sei? Ha guardato la partita da New York, in ufficio

20/01/2023

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Non entriamo nei pettegolezzi che in queste ultime ore sono usciti, ma la questione Gerry Cardinale, azionista di maggioranza del Milan sta diventando paradossale.
Acquistata la squadra, l'interesse principale, se non unico, è stato lo stadio, ma nel senso che si è incontrato a Sesto San Giovanni e non con Beppe Sala.
La cosa, da sola, non ha grande senso, ma è evidente che i business man newyorkesi non sono come quelli italiani e non tengono contro delle etichette e della politica.
Nel momento in cui la sua squadra, pagata profumatamente con promesse agli investitori e un centinaio di migliaia di euro di debito al giorno verso Elliott, va a giocare la prima finale, lui non c'è.
Sarà che i tifosi di calcio hanno una visione un po' romantica dello sport, vivono in maniera viscerale il legame con la società, ma è chiaro che qualcosa non funziona.


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Non è normale che a gennaio il Milan sia immobile sul mercato, che non esiste né un extra budget e tanto meno che si cerchi di fare qualche scambio o qualche prestito per tenere la squadra competitiva.
Facile oggi incolpare Maldini-Massara, Pioli o i giocatori, ma il Milan ha la coperta corta, una rosa che non è paragonabile con quella delle dirette avversarie.
Il fatto che la cosa valesse anche per lo scorso anno non ha senso, perché innanzitutto Romagnoli è stato sostituito, mentre Kessie no.
Fare il proprietario a distanza, come ha fatto Elliott, potrebbe andare bene.
Ma in qualsiasi caso, andava come andava, Gordon Singer a Reggio Emilia c'era.
 


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