Pausa delle nazionali inopportuna Da ogni sosta ci ritornano giocatori infortunati

05/11/2021

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Siamo nel pieno della stagione, tra coppe (per chi le disputa) e campionato. Eppure le squadre di vertice devono pagare il loro tributo agli dei del calcio (UEFA e alla FIFA) con una inopportuna pausa per far giocare le nazionali.
Francamente non ha molto senso, visto che i giocatori sono stipendiati dai rispettivi club.
Ogni volta per il Milan si riapre l’annosa questione: oltre che a ritornare stanchi per i lunghi viaggi, questa volta chi saranno gli infortunati o i contagiati?
L’ultima sosta ci ha restituito Calabria con una bella botta da smaltire, idem Krunic, Kessie stanco morto e, soprattutto, Diaz e Theo Hernandez positivi al Covid. Quattro titolari su cinque.
Ci chiediamo che senso abbia per i club mandare i propri giocatori in questa fase a fare allenamenti diversi da quelli abituali, senza contare che il pericolo infortuni è sempre dietro l’angolo, e non solo per noi.
Senza contare che in tutta Europa, e non solo, i contagi stanno risalendo in modo preoccupante.
Domenica c’è il derby e subito dopo molti giocatori partiranno. Per fortuna non abbiamo sudamericani in squadra.
Come può un allenatore dare continuità al proprio lavoro se – proprio perché i giocatori più forti se ne vanno – nei ritiri rimangono quattro gatti?
Senza contare che fino al giovedì successivo non li avrà tutti a disposizione per preparare la partita di campionato.
Non è dato vederli, ma sicuramente gli allenatori durante queste soste accendono ceri e recitano novene perché i giocatori tornino a casa “sani e salvi”. Manco andassero in una missione di guerra.
Certo, a chi dimora nella parte destra della classifica queste pause fanno bene. Sono pochi i giocatori che vengono convocati dalle rispettive nazionali. Il che significa recuperare gli infortunati e riposare, mentre quelli delle altre squadre vengono spremuti come limoni.
Certo, ai giocatori tutto questo va bene: chi non vorrebbe esser convocato dalla propria nazionale? Persino Ibra, che dovrebbe centellinare forze e sforzi, ha risposto presente alla chiamata.
Però è una realtà che si scontra con gli interessi dei club, almeno quelli più grandi. Quelli che alla fine reggono la struttura economica di questo calcio.


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