Il Milan non può avere due pesi e due misure con i procuratori Le scelte sono legittime, ma vanno spiegate meglio
23/07/2021
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"Il Milan non scende a patto con i procuratori e non è disposto a scendere a compromessi per pagare i premi".
Lungo tutta la trattativa, o non trattativa, con Donnarumma e Raiola la società ha raccontato questa parte della storia.
La questione potrebbe, almeno in apparenza, essere legittima, nel senso che la società non è disposta a pagare i costi dei procuratori nel momento in cui vogliono semplicemente un premio per aver fatto sottoscrivere un contratto ai propri assistiti.
La questione, tutto sommato, iniziava a vacillare per Calhanoglu, perché le cifre non erano certamente enormi come per il portiere, ma in nome di un principio, la questione poteva anche avere un suo legittimo perché.
Tutto bene.
Fino a che trapelano notizie di tentativi di acquisti, non semplici voci, di giocatori sia in Europa sia in Sud America e che, nelle trattative intavolate, rientrano pesanti commissioni per i procuratori degli stessi.
Sperando che queste voci, mai smentite, siano false, non si riuscirebbe a comprendere la strategia della società, se non l'unica cosa plausibile che è "ridurre il monte ingaggi".
Solo in questo caso, la questione potrebbe avere un senso, ma andrebbe comunque in contrasto con la strategia di non voler strapagare le commissioni.
Come se non bastasse, sempre le stesse voci, parlano anche di un Milan sulle tracce di un giocatore sudamericano, giovane e interessante, che avrebbe un contratto che scade a dicembre e che, per assicurarselo, il Milan sarebbe disposto a pagare subito per accaparrarselo.
Anche questa una scelta che non ha senso, perché non trattandosi di un crack, finisce per essere un cambio di rotta importante, perché si sarebbe disposti a pagare società e procuratore.
Bisogna sperare che non sia vero, altrimenti significa che abbiamo una società che, nella migliore delle ipotesi, comunica malissimo.
Ma sarebbe la versione bonaria.
Molto bonaria.
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