Dinamiche di mercato e la necessità di un cambio di rotta Eccessivi squilibri nelle valutazioni fra Italia ed estero

25/06/2021

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In Italia le piccole società hanno assunto, negli ultimi anni, un atteggiamento spocchioso ed autoreferenziale durante le trattative di mercato, che non tiene minimamente conto della crisi finanziaria in cui si è imbattuto il calcio.
Molti club chiedono infatti prezzi esorbitanti per i loro giocatori alle grandi squadre, salvo poi chiedere loro giocatori in prestito a condizioni particolarmente favorevoli. Questa situazione si sta verificando con una certa continuità ormai da parecchi anni.
Emblematico, per esempio, il caso di Diego Laxalt, un giocatore della nazionale uruguayana che sarebbe tranquillamente titolare in almeno 12-13 squadre della Serie A. In Italia però il Milan, per lui, ha ricevuto solo richieste di prestito con partecipazione all’ingaggio.
All’estero invece Laxalt diventa un giocatore che consente al Milan un discreto realizzo economico, commisurato al suo valore, non a caso proprio qualche giorno fa la società rossonera ha chiuso per la cessione del giocatore uruguayano con i russi della Dinamo Mosca.
L’eventuale conclusione positiva dell’operazione Tonali con il Brescia, qualora venisse riveduta e corretta con abilità dalla dirigenza rossonera grazie alla disponibilità da parte del club di Cellino, rappresenta invece un esempio prezioso per il futuro.
Il Milan infatti non solo riuscirebbe a far abbassare il prezzo dell’impianto complessivo dell’operazione ma, inserendo un giocatore della Primavera nel pacchetto, riuscirebbe anche a realizzare una plusvalenza, traendone così un beneficio nel prossimo bilancio.
In tal modo si può trasformare un costo divenuto eccessivo in una opportunità ed il Brescia, accettando queste condizioni, si potrebbe garantire un rapporto privilegiato con un club che ha un settore giovanile sul quale non lesina gli investimenti.
Questa strada potrebbe essere seguita da molti club nel prossimo futuro, perché soltanto con una collaborazione fattiva e produttiva fra i piccoli ed i grandi club si può uscire dalle secche della crisi del calcio.


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Le ipervalutazioni sparate senza costrutto non hanno ormai più alcun senso, atteso che i detentori delle materie prime non possiedono club italiani e, alla lunga, tenere un giocatore scontento porta più problemi che benefici.
L’annata di Milenkovic a Firenze, col giocatore che adesso va in scadenza fra 12 mesi, ne è un chiaro e lapalissiano esempio, con la società viola che, più passa il tempo, più perde forza contrattuale nei confronti del giocatore.
Qualora non dovesse trovare un accordo per il rinnovo, sarà costretta a valutare l’ipotesi della sua cessione nella finestra di mercato di gennaio, accettando suo malgrado condizioni di mercato non rispondenti al valore tecnico del giocatore.
Tuttavia un caso analogo, e persino più eclatante, può essere considerato quello del Gallo Belotti, che Cairo non volle cedere per 60 milioni di euro qualche estate fa ed oggi sta provando a cedere per la metà, in attesa una scadenza contrattuale ormai sempre più prossima.
In sostanza, se i club di provincia di Serie A continueranno a gonfiare le valutazioni di mercato dei loro giocatori, sarà sempre più complicato pensare di vedere operazioni in entrata fra un grande club ed un club medio-piccolo in Italia. Urge correre ai ripari prima che la procella diventi troppo forte.

Capitan Uncino
 


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