Il Diavolo all'inferno Finalmente si torna a casa!

28/05/2021

Sommario di questa settimana

Sfoglia, usa mouse e frecce

______

E’ il 23 maggio, è il Natale rossonero! Una data che non è banale nel nostro calendario, e dopo come sempre accade, dopo Istanbul c’è Atene. Chiaramente paragonare Istanbul al pareggio casalingo con il Cagliari è un azzardo non da poco, ma diciamo che il sentimento che serpeggiava era riconducibile ad una pesante delusione.
Eppure, ancora una volta, questa combriccola di ragazzini ha smentito i più tetri pensieri che riempivano le menti dei tifosi, offuscate da un pessimismo costruito negli ultimi nefasti anni.
Il Milan c’entra l’obiettivo meritatamente, chiude il campionato al secondo posto, posizione impensabile ad inizio anno. Un lavoro iniziato dal post primo lockdown, forse più precisamente dall’arrivo dell’immenso svedese, che come sempre accende la scintilla in quelli che lo attorniano.
Una settimana fa il Milan veniva dato spacciato, la trasferta di Bergamo spezzava ogni sogno di ritorno della competizione principe, ed invece come spesso accada, il calcio parlato viene sbugiardato da quello giocato.
Atalanta domata e trafitta, con conseguente record di vittorie esterne in una stagione, oltre naturalmente al raggiungimento di un posto in Champions. E tutto questo, potendo contare solo per mezzo campionato sul capo banda Zlatan.
Sarebbe stato ingiusto non vederci ancora nella massima competizione dopo un’annata del genere. Un campionato giocato in maniera incredibile come atteggiamento, tranne rarissimi casi di blackout anche condivisibili vista l’età media della rosa.
Un lavoro straordinario dello staff tecnico e dirigenziale, accompagnato da una fantastica alchimia dentro e fuori dal campo. Un gruppo speciale che mai come quest’anno ci ha fatto emozionare, che ha riportato un clima di complicità tra tifosi e tutto il mondo Milan.
Ci ricordiamo bene il derby pre scudetto 2011, la mattina fuori dal cancello di Milanello, e non c’è paragone con quello visto domenica scorsa, quando fuori dal centro sportivo un’onta rossonera ha dato dimostrazione di un amore incondizionato verso la squadra. Un qualcosa che non si vedeva da tempo, neanche quando l’impegno decretava l’arrivo o meno di un altro trofeo in bacheca. Forse anche per questo ci è apparso più vero, più genuino non essendoci nulla di concreto da esporre al banchetto, ma solo una qualificazione ad una competizione a noi cara.
Tutti si sciacquano la bocca quando parlano di Uefa, Superlega, di calcio dei tifosi, ma poi sono proprio le dimostrazioni come quella di domenica che devono esser il capostipite di questo sport. Il rendere onore ad una squadra che rischiava seriamente di rimanere fuori dall’Europa che conta, giocandosi tutta una stagione in un’ultima partita contro la compagine più forte del momento.
Ed allora vanno ringraziati tutti, perché l’allenatore è stato impeccabile a portare la nave in porto, navigando in mezzo la tempesta. Perché i giocatori hanno capito l’importanza dell’evento, perché i tifosi se lo meritavano, perché quando hai Paolo Maldini dalla tua parte, parti sempre avvantaggiato.
Il “3 per sempre” nei momenti di crisi, quando sembrava che l’obiettivo stesse per scivolar via, era sempre presente a Milanello a parlare con i ragazzi e mettere la sua esperienza pluriennale al servizio della sua creatura, desiderata, amata, voluta così tanto dal suo addio al calcio Non sottovalutate questa trade union, perché la coesione è una parte fondamentale per conseguire risultati sportivi.
Sarà anche per questo che il tifo si è schierato dalla parte della leggenda sulla questione “Dollarumma”. Questa sarà la prima è l’ultima volta che parleremo del bambinone viziato. Maldini ha fatto quello che tutti i milanisti veri avrebbero fatto, ma con una signorilità ed eleganza senza eguali. Fate caso alle reazioni dei grandi del passato quando gli viene chiesto un giudizio sull’addio dell’ingrato, “Il Milan prima di tutto”.
Se queste parole le dicono gente del calibro di Nesta, Gattuso, Ambrosini, Maldini, ecc., allora state certi che si è fatta la cosa giusta. La dignità non si compra al mercato e certe scelte ti danno la possibilità di andar in giro a testa alta senza arruffianarsi nessuno. Le richieste dell’entourage del viziatone erano inaccettabili, offensive per chi ha costruito parte della storia di questo leggendario club.
Per questo dopo l’ennesima risposta “stupida” sul rinnovo, Paolo, figlio di Cesare, ha deciso di chiudere per “Iron Mike Maignan”, bloccato già da diverso tempo. In pochi giorni il Milan acquisisce rispetto in campo e fuori dal rettangolo di gioco. Minimo comune denominatore: Paolo Maldini.
Il Diavolo all’inferno, finalmente si torna a casa!
FVCR

YouRedBlack


Libro per veri tifosi rossoneri

2.99


Se ti è piaciuto, condividilo!

Leggi il prossimo articolo
Andate a nascondervi (maledetti gufi)



Vai al Sommario del
Magazine di questa settimana

Leggi e sfoglia la miglior rassegna stampa rossonera: Milan7.it/rs