Dove il Milan è mancato contro il Cagliari: il cuore! Ritmo e determinazione non sono stati all'altezza

21/05/2021

Sommario di questa settimana

Sfoglia, usa mouse e frecce

______

La partita contro il Cagliari sembra, per il popolo dei tifosi rossoneri, un vero e proprio sparti acque tra il successo e il fallimento.
Infatti, non aver centrato la vittoria significa rimandare la possibilità di partecipare alla prossima Champions all'ultima gara, decisamente impegnativa, a Bergamo.
Il problema non è tanto non aver centrato l'obiettivo, quando l'ennesima prestazione incomprensibile della squadra di Stefano Pioli, esattamente come è già accaduto altre volte durante il 2021.
Un Milan che è entrato in campo senza quella determinazione necessaria per ottenere il risultato, che ha cincischiato sulla palla e che è stato molto impreciso negli ultimi 20 metri.
Lo schema che aveva prodotto risultati esaltanti a Torino, ossia le ali che ripiegano a "L", la punta che si sposta e un trequartista rapido nel saltare l'uomo tra le linee non ha funzionato.
Se la difesa ha sostanzialmente retto, soprattutto grazie a due parate di Gigio Donnarumma, non è la fase difensiva a preoccupare, ma quella offensiva.
Rebic sembra un giocatore di un'altra epoca: distratto, fatica a controllare la palla, sbaglia passaggi elementari.
Calhanoglu in ombra, sempre quel mezzo passo in ritardo sul pallone, costringendolo spesso a calciare in allungo e quindi a sbagliare o la forza o la direzione del passaggio.
Saelemaekers che si propone in attacco ma che non riesce a concretizzare le due occasioni e soprattutto a dialogare con il compagno di fascia.
Diaz che non trova compagni pronti a raccogliere palle veloci per fare degli uno due davanti alla lunetta dell'area.
A questo aggiungiamo un Calabria spesso stanco e un Hernandez che non ha prodotto le solite sgroppate spacca partita.
Il gioco è fatto.
Ma solo in apparenza.
Perché un Milan in condizione fino a tre giorni prima, non può arrivare alla partita che può decidere una stagione sulle gambe e senza stimoli.
E in qualsiasi caso, i giocatori e lo staff dei rossoneri non hanno trovato nemmeno quella volontà dettata dal cuore di spingersi oltre l'ostacolo.
Il cuore, appunto, la voglia di arrivare al traguardo e di conquistare la Champions.
Non è una questione di "braccino", di paura di sbagliare, ma proprio la mancanza assoluta di un minimo di amor proprio e di dignità nell'affrontare la gara che avrebbe rappresentato una svolta per la carriera di tanti giocatori del Milan.
La Champions League è un palcoscenico talmente importante che avrebbe spinto chiunque non a dare il 100%, ma il 200% e comunque a uscire dal campo stremati per aver tentato di raggiungere l'obiettivo.
Non è stato così e la dirigenza, forse non del tutto incolpevole, dovrebbe ragionare sui motivi in modo molto approfondito.


Libro per veri tifosi rossoneri

2.99


Se ti è piaciuto, condividilo!

Leggi il prossimo articolo
Donnarumma e Calhanoglu: l'ultima partita?



Vai al Sommario del
Magazine di questa settimana

Leggi e sfoglia la miglior rassegna stampa rossonera: Milan7.it/rs