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“Siamo padroni del nostro destino”. Nelle ultime settimane quante volte abbiamo sentito questa frase? Troppe.
Certamente è così, poiché solo attraverso una vittoria avremmo la certezza di accedere alla meritata, anzi, strameritata, Champions League.
Eppure, nonostante le diverse occasioni avute per chiudere il discorso, ci siamo ridotti a giocarcela all’ultima giornata in casa della formidabile Atalanta.
La speranza è che i giocatori e l’allenatore del Milan lascino a casa tutti i dubbi e le paure che quest’anno abbiamo visto nelle partite da dentro-fuori, a cominciare dai gironi di Europa League.
Il Milan è una squadra giovane, quindi con poca esperienza di partite di questo tipo. Quando conta veramente è l’esperienza, oltre che la qualità, a fare la differenza. A questo però va aggiunta la determinazione, vero valore aggiunto portato da Ibrahimovic, che però purtroppo non sarà in campo.
A Bergamo conterà solo la voglia di vincere e di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Anche perché l’ultima volta su quel campo abbiamo preso 5 gol e abbiamo anche dovuto assistere all’indecoroso balletto di Gasperini.
La gran parte dei giocatori era presente, e sarebbe bene che si ricordasse di quella giornata che fece passare un pessimo Natale ai tifosi.
La partita di domenica sera è fondamentale per il Milan di Elliott. Non tanto dal punto di vista finanziario – oddio, i 50 mln della UEFA farebbero comodo – quanto per l’immagine di un club che si presenterebbe a livello internazionale come rinato. In fondo, poche squadre possono vantare il nostro palmares in tema di coppe, e non solo in Italia.
Lasciamo perdere il perché ci giochiamo la stagione e parte del futuro in 90 minuti. Quello che conta è giocarsela bene.
L’Atalanta è già sicura della partecipazione alla coppa con le orecchie, ma è reduce da una partita spigolosa. Perdere la Coppa Italia in quel modo con la Juventus non può scivolare via con facilità.
E’ vero che gli orobici hanno stradominato il primo tempo, ma è altrettanto vero che nella seconda metà sono crollati. E questo offre il fianco a varie ipotese, come un calo di prestazioni generalizzato ma, soprattutto, che se aggrediti alti soffrono. Anche se fisicamente sono decisamente attrezzati, vista la stazza media.
Il Milan viene da un percorso schizofrenico: 10 gol in trasferta tra Juventus e Torino e un assurdo pareggio in casa col Cagliari salvo da poche ore. Un calo di tensione senza spiegazioni apparenti.
Che Milan scenderà in campo? Con quale spirito? Non è dato saperlo ma solo sperarlo: quello delle due gare di Torino.
Che Atalanta scenderà in campo? Si scanseranno? Difficile dirlo. Soprattutto perché abbiamo forti dubbi che chiunque ci faccia regali.
Qualora Gasperini scegliesse la formazione titolare – e su questo non nutriamo dubbi – al netto degli affaticati, questa dovrebbe prevedere Gollini in porta.
Solita difesa a tre con Djimsiti, Romero e Palomino.
A centrocampo Maehle, De Roon, Freuler e Gosens.
In attacco Malinovskyi e Ilicic a supporto di Zapata.
Dalla panchina pronti ad entrare: Caldara, Toloi, Hateboer, Ruggeri, gli ex Pasalic e Pessina, Miranchuk, Lammers, e il temuto Muriel. Praticamente una seconda squadra.
Pioli si spera riesca, con l’aiuto del vero allenatore in seconda Ibrahimovic, a motivare adeguatamente i giocatori. O si vince o si muore. Al netto dello svedese indisponibile, la formazione che scenderà in campo dovrebbe essere: Donnarumma tra i pali; in difesa Calabria, Kjaer, Tomori e Theo Hernandez.
A centrocampo Kessie e Bennacer.
In attacco Saelemaekers, Brahim Diaz e Calhanoglu, a supporto dell’unica punta Rebic.
Dalla panchina pronti ad entrare: Dalot, Kalulu, Romagnoli, Meité, Krunic, Tonali, Castillejo, Leao, Hauge e Mandzukic.
Noi ci crediamo.
FVCR