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Un Milan che esce dall'Europa League lo fa nel modo peggiore: una sconfitta in casa.
Una formazione rabberciata a causa di infortuni a raffica, cosa assolutamente incomprensibile, per arrivare alla partita qualificazione senza una punta in campo all'inizio della gara.
Non ha senso recriminare sull'arbitraggio, sui gol, sulle palle sbagliate, la cifra del Milan in questo momento è questa.
Non è una gara contro il Manchester a cambiare la stagione, perché in casa loro la squadra l'aveva riacciuffata all'ultimo minuto.
Il Milan ha perso domenica, ha pareggiato a Manchester, ha perso in casa con gli inglesi.
In 8 giorni la squadra ha segnato una rete e ne ha incassate 3.
Poi possiamo parlare di arbitri, di sfortuna, di infortuni o di qualsiasi altra cosa, ma i dati sono precisi.
La cifra di questo Milan la si è vista in quell'azione di Castillejo che avanza, sente Kessie e serve una palla, lenta e corta. L'azione sfuma.
Un errore banale, ma dietro a quei pochi centimetri e quei pochi km/h di differenza c'è la qualità di questo Milan.
La qualità fa la differenza.
Per il Manchester entra Pogba, per il Milan, al posto del muscolare Krunic, libellula Diaz.
Una squadra male allestita, piena di infortuni, che passa ai rigori e al freddo il turno preliminare aveva illuso.
E' stato bello, erano anni che il Milan non tornava lì, ma questo non fa di questi Milan una grande squadra.
E non conta che il Manchester sia secondo in Premier, perché a vinto, mentre conta di più perdere contro lo Spezia.
Questo è il calcio e il Milan che volava è tornato sulla terra, ma senza un atterraggio morbido.
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