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Il 2021 non è partito benissimo, forse ci siamo fatti “la bocca buona”, verrebbe da dire, però non si può sperare in un altro lockdown per ritornare Cenerentola.
Tante cose non girano ultimamente, ma la cosa che salta più all’occhio, sono gli innumerevoli infortuni: nessuna squadra del pianeta riuscirebbe a passar indenne da questa miriade di defezioni, figuriamoci il giovin Milan.
A fine anno ci si dovrà porsi delle domande sulla gestione fisica della squadra e sullo staff medico. Se si vuole competere ad alti livelli, non puoi regalare 4/5 giocatori a gara all’avversario, dev’esser un unicum non consuetudine.
Anche per questo diventa difficile giudicare appieno l’involuzione delle ultime settimane. Ci sono tante piccole cose da correggere, ma in un percorso di crescita è anche giusto viverle, ma che lo si faccia con spirito critico e costruttivo.
Anche il mercato sale sul banco degli imputati, perché conoscendo le condizioni di Zlatan, forse non è stata una grande idea affidarsi ad un ex giocatore come Mandzukic. Anche Meitè non è utile, seppur debba solo far la quarta scelta della mediana. Unica pedina azzeccata, sembra Tomori, ma il riscatto a 28 milioni sarà difficile da esercitare, soprattutto se il gruppo Milan non si dà una svegliata, o meglio non decida cosa vuole far da grande.
L’ingresso in Champions consente una boccata d’aria alla casse societarie non indifferente. Parole chiare, semplici, precise, inequivocabili. Descrizione ineccepibile di quello che devono chiedersi a Milanello.
Un ragazzo che meno di un anno fa era sbertucciato da tutti, e che nei successivi mesi, con lavoro e sudore, si è ritagliato un posto importante nell’undici titolare. Davide Calabria con l’Udinese ha espresso un po' quello che si chiedono i tifosi, ma che giustamente dovrebbe porsi la squadra: “Cosa vogliamo fare da grandi?”.
L’atteggiamento di molti contro i friulani non è stato all’altezza di una squadra che vuole vincere la partita, e questo non lo accetteremo mai. Le pance sembrano un po' piene, eppure ad oggi non abbiamo mangiato nulla di sostanzioso, almeno che qualche mese di bel calcio per qualcuno voglia dire abbuffarsi al banchetto nuziale.
Leggiamo di giocatori che chiedono 5, 6, 7, 8, 9, 10 milioni l’anno, poi dopo che ci assicuriamo di non sognare, vediamo che il nostro amato Milan da nove anni non disputa nemmeno un preliminare di Champions.
Non si è arrivati da nessuna parte, e sarebbe meglio che si cominci a tornare a pensare all’obiettivo Champions come una scalata da conquistare, con il coltello tra i denti, con il sacrificio, con la voglia di primeggiare.
Non si può accettare un Leao che passeggia per il campo o un Rebic ottimo come sesto difensore dell’Udinese. Tralasciando che chi pubblicamente ancora non si esprime sulla sua permanenza, compie la papera dell’anno e continua a chiedere cifre folli per rinnovare.
Non sappiamo se sia l’aria di Sanremo o la dea bendata che ha deciso di giraci le spalle ultimamente; c’è chi tifa per il lockdown stile 2020 per riavere quell’alchimia a tratti inspiegabile. Non ci sono ricette perfette, testa bassa e lavorare, perché c’è un obiettivo da conquistare.
Per moltiplicare lo stipendio c’è sempre tempo per parlare, ma i giocatori se lo devono meritare.
FVCR
YouRedBlack
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