La necessità di un'alternativa tattica L’obiettivo deve essere quello di andare oltre il consueto 4-2-3-1

26/02/2021

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Quello che manca al Milan è essenzialmente un piano B da utilizzare in due occasioni. Quando il livello della condizione fisica non è alto e la copertura del campo in fase di non possesso diventa maggiormente problematica e quando gli avversari riescono a prendere le misure all’ormai rodato 4-2-3-1. La stasi tattica infatti non è mai un vantaggio nell’arco di una stagione che dura 9 mesi, all’interno della quale possono capitare infortuni, squalifiche, cali di forma, momenti di up e di down di alcuni elementi chiavi nello sviluppo del gioco.
Finora Stefano Pioli non è mai uscito dalla delizia del 4-2-3-1 che tanti bei picchi di calcio offensivo ha regalato ai tifosi rossoneri. Tuttavia questa delizia, nel tempo, può diventare una croce se è vero come è vero che gli avversari studiano in maniera molto attenta il modo di attaccare del Milan e questo porta inevitabilmente all’utilizzo di contromisure che, in determinati momenti della stagione, inaridiscono le capacità offensive del Milan. D’altronde i dati sono lì a dimostrarlo.
Fra Atalanta, Bologna, Crotone, Spezia ed Inter, il Milan ha fatto soltanto 6 punti in 5 partite. In queste gare, il Milan ha segnato 6 reti, subendone 9, ma ben 4 di queste marcature sono state realizzate contro il Crotone, ultimo in classifica. Solo contro il Crotone inoltre, il Milan è riuscito ad andare in gol su azione manovrata; gli altri due gol sono stati realizzati col Bologna e sono stati segnati su rigore (Kessie) o su ribattuta dopo un rigore parato (Rebic).
Di contro, la squadra rossonera ha sempre subito gol in 4 partite su 5 (fatta eccezione per la gara in casa contro il Crotone), lamentando una fragilità difensiva che, sinora, non si era manifestata. Tutto questo evidenzia come nel Milan si sia inceppata la fase offensiva e, nel contempo, abbia perso compattezza la fase di non possesso. Ben 4 degli ultimi 5 gol subiti, sono nati da situazioni in cui il Milan è stato preso d’infilata, o con azioni partite dal basso (i 3 gol dell’Inter), oppure dopo un pallone perso in maniera mortifera (Theo Hernandez contro lo Spezia).
Probabilmente la soluzione ideale sarebbe quella di strutturarti diversamente contro gli avversari in questo periodo di calo fisico; il Milan dovrebbe evitare di fare il pressing alto senza le dovute garanzie di coperture e, magari, potrebbe inserire un difensore in più in luogo di uno dei tre giocatori che, da sempre, gravitano alle spalle del centravanti.
La compattezza, valore disperso da metà gennaio a questa parte, è una componente fondamentale per qualsiasi squadra. Il Milan ha bisogno di ritrovarla e questo può garantirglielo solo un’alternativa tattica nella disposizione sul campo. A Pioli l’arduo compito di trovarla.

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