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Non c’è molto da difendere nel Milan che ha preso tre schiaffi dall’Inter. Tenendo conto che in campionato si arrivava da un’altra sonora sconfitta contro lo Spezia.
Abbiamo preso 5 gol in 2 partite e non ne abbiamo segnato nessuno. Il che è decisamente preoccupante.
Ma come dice il proverbio, “acqua passata non macina più”, e bisogna guardare avanti. Il campionato è ancora lungo e, per fortuna, siamo ancora al secondo posto.
Non eravamo fenomeni prima – anche se di fenomenale qualcosa il Milan ha fatto a livello di punti nel 2020 – e non siamo dei brocchi adesso. Però da inizio 2021 stentiamo.
E’ chiaro che alla lunga infortuni, Covid e cartellini colorati avrebbero avuto il loro peso. Noi ne siamo stati più colpiti di altri.
Il ritorno in forma di molti giocatori è più complicato del previsto, poiché oltre al rischio di ricaduta, vedi Bennacer, e se gente come Calhanoglu o Rebic, ma anche Saelemaekers non sono al meglio, in campo si gioca con uomini in meno.
In una fase così delicata, in cui probabilmente si sono fatti dei carichi di lavoro un po’ troppo pesanti, la mancanza di freschezza atletica si fa sentire e la squadra risulta appannata.
Quella libertà di testa, leggerezza di pensiero, frutto anche della giovane età di molti giocatori ha consentito al Milan di viaggiare a mille per un periodo molto lungo.
Adesso è il vero primo momento di difficoltà, che ci ha visti sconfitti anche da Juventus e Atalanta, con un qualcosa anche a livello psicologico che è diventato più labile.
Davanti abbiamo una serie di partite ravvicinate che prevedono Roma, Udinese, Verona, Napoli e Fiorentina, di cui le prime ogni tre giorni.
Ci vorrebbe anche un pizzico di fortuna, magari qualche palo in meno e una giocata in più. Ma soprattutto che ritorni la forma fisica per far quel gioco spettacolare ed efficace che ci ha portato in testa alla classifica.
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