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Fino a gennaio 2020 in molti, anzi moltissimi, avevano pensato che Ante Rebic fosse a dir poco un oggetto misterioso. Un pesce fuor d’acqua nell’acquario di Milanello.
Mesi e mesi di partite anonime, con il giocatore che, quando schierato o subentrato sembrava volesse litigare con il mondo, la palla, i compagni e gli avversari.
Vero che l’avevamo scambiato con l’ectoplasma Silva, però sembrava proprio che avessimo avuto un bidone in contropartita ad un altro bidone.
Però – c’è sempre un però – Ante non è più un ragazzino ed è titolare nella nazionale croata che è diventata vicecampione del mondo. Anche con i suoi gol e assist. Non proprio uno da scoprire, visto che è del 93.
Via Giampaolo e dentro Pioli. Via Piatek e dentro Ibrahimovic, improvvisamente Ante ha cominciato a segnare con una frequenza incredibile. Ma non solo gol: assist per i compagni, tanta copertura, e voglia di dimostrare a tutti che Boban aveva visto giusto con lui.
Ha terminato la stagione con 12 reti in 30 gare, tutte nel girone di ritorno.
Nel campionato 20-21 sembra dovesse accadere qualcosa di simile, ma a causa di un infortunio al braccio che lo ha tenuto lontano dal campo per parecchio tempo. E poi, a corollario, c’è stato anche l’infortunio a Ibrahimovic, che ha costretto Pioli a schierarlo centravanti, ruolo certamente non suo e in cui non può rendere.
Tornato Ibrahimovic e tornata un pizzico di forma, Ante ha già fatto vedere che per lui il letargo è finito. E’ iniziato il girone di ritorno, quello dove lui si diverte e ci fa divertire.
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