La conferma che siamo tornati Col derby forse la scintilla che mancava!

29/01/2021

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Che tristezza vedere la culla della civiltà perdersi in un ignorante litigio di campo. Usare come pretesto un problema serio come il razzismo ed immolarlo come se fosse una bandiera da sventolare allo stadio.
Nel frattempo nei Paesi non arretrati come il nostro, si stanno facendo facili ironie sul nostro utilizzo della lingua anglosassone. Paghiamo una TV di Stato incapace anche di usare Google translate, per capire che “donkey” non è quello che si auspicavano fosse; cosa non si fa pur di aumentare lo share.
Il Covid ci “regala” tutto della partita ormai, anche quei battibecchi di campo che sono sempre esistiti, ma che con il pubblico presente erano impossibili da ascoltare. La cosa più assurda e triste della vicenda, è che minacciare di sparatorie ed abusi la famiglia è una leggerezza su cui ci si può passare sopra, ma su quell’asino no, troppo rilevante per i ben pensanti.
Questo dovrebbe farci preoccupare e molto, perché il mondo sta andando alla deriva, di certo siamo consapevoli che quest’ultimo non è il segnale simbolo, ma questo finto perbenismo rischia di mandare in confusione l’intero circuito intellettivo su cosa sia lecito o meno. Domani mattina potreste trovarvi processati perché avete dato dell’asino a chi vi ha rubato l’ultimo posto disponibile nel parcheggio; ma dall’altra parte, potreste esser visti come persona da comprendere se vi è scappato un “ti sparo in testa” al malcapitato di turno.
La distinzione tra finzione e realtà, è una linea molto più sottile di quello che pensate. I giocatori hanno esagerato, anche se c’era solo uno in particolare che continuava a dimenarsi, e non si è accorto nemmeno di quello detto e fatto vedere a milioni di persone, che in quel momento stavano vedendo la partita.
L’altro, dall’alto della sua storia invece, ha dovuto chiarire che nel suo mondo per il razzismo non c’è posto. Caro Zlatan, lascia perdere, hai fatto solo un errore, cercare di spiegare una cosa talmente palese ad un popolo di asini.
Ma questo accerchiamento ci carica eccome: paradossalmente, potrebbe esser quella scintilla che mancava. Sì, perché questa squadra sta facendo un percorso importante, ma se dobbiamo trovare il pelo nell’uovo, forse scarseggiava di quel pizzico di cattiveria. Quella sana spigolosità che viene fuori quando il gioco si fa duro.
Negli anni abbiamo sempre detto che il Milan era troppo molle, composto da bravi ragazzi. Ecco forse ci siamo. Dopo la bruttissima sconfitta con l’Atalanta, si esce a testa alta in un derby che come sempre ci vedeva falcidiati dagli infortuni e trattati con estrema fiscalità dagli arbitri, o meglio con una strana disparità di trattamento.
Non vorremmo mai che la signorilità da parte di mister e dirigenza venga vista come una sorta di silenzio-assenso, ma il cinema lo lasciamo agli altri volentieri. Dentro di noi si vede che c’è unione, lo si evince dal campo e da immagini che evidenziano che il gruppo è compatto e pronto a difendersi l’uno con l’altro. Questo è buon segno, non c’è bisogno di abbaiare o ragliare per farsi sentire: a lavar la testa dell’asino, ci rimetti acqua e sapone!
FVCR

YouRedBlack


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