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Sarà un caso, ma il Milan in questo periodo non ne azzecca una.
Una partita davvero pessima contro l'Atalanta di sabato scorso e un derby che fa riaprire le porte dell'infermeria.
Contro i bergamaschi il Milan ha giocato la partita sbagliata, nel senso che si è disposto in campo per non riuscire mai a costruire gioco, con un Meitè totalmente spaesato che invece di portare palla come fa Calhanoglu e tentare il lancio, appoggiava e scappava, senza dare riferimenti.
Fisicamente, poi, il Milan è a terra.
Non è solo una questione di Covid-19 che ha predo di mira Milanello, ma proprio di condizione.
Non è un caso che la squadra stia subendo così tanti infortuni muscolari.
Il problema è che da settembre il Milan gioca ogni tre giorni e probabilmente per lo stato della squadra l'uscita dalla Coppa Italia è quasi una benedizione.
A Bologna si andrà ancora decimati, correndo il rischio di lasciare qualche punto prezioso ancora per la strada.
Bisogna stringere i denti.
Il problema vero è che Hakan Calhanoglu non ha un giocatore che lo possa davvero sostituire: non che il turco sia un fenomeno, ma perché ha caratteristiche che lo rendono davvero unico e prezioso nel gioco rossonero.
Corre, spinge, tira e porta la croce anche in difesa.
Eppure il Milan non gli ha rinnovato il contratto.
Anche questo è un mistero.
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