I segreti di un andamento costante L’inizio di stagione positivo, dopo tanti anni, suggerisce pensieri e riflessioni

16/10/2020

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Era dalla stagione 1995-96 che il Milan non si ritrovava in testa alla classifica con 9 punti dopo 3 giornate di campionato. Per la verità, statisticamente, il Milan aveva vinto le prime 3 partite di campionato anche nella stagione 2006-07; tuttavia in quell'annata sportiva la squadra rossonera era stata costretta a scontare 8 punti di penalizzazione per i fatti di Calciopoli e pertanto di punti reali in classifica, dopo 3 giornate, ce n'era soltanto uno. Il dato appare quindi estremamente importante e da esaminare con le dovute cautele del caso. Una squadra che storicamente non inizia bene il campionato, stavolta ha trovato sin da subito una buonissima continuità che le ha consentito non soltanto di fare bottino pieno nella massima competizione nazionale ma, altresì, di superare i tre turni preliminari di Europa League (compreso un non semplicissimo playoff) e di accedere così alla qualificazione diretta ai gironi della competizione. Che cosa si cela dietro questo avvio eccellente che, numeri alla mano, non si verificava da un quarto di secolo? Certamente va premesso che il calendario della Serie A ha aiutato non poco la squadra rossonera visto che delle tre gare affrontate il Milan ha giocato contro il Bologna (sicuramente la partita meno semplice) e poi contro Crotone e Spezia, due neopromosse. Tuttavia bisogna ricordare come anche in annate epocali, nelle quali il Milan aveva squadroni fortissimi capaci di contendere lo scettro europeo alle squadre migliori, le partite contro le provinciali non erano mai semplice, sia per ragioni strutturali, sia per una inconscia sottovalutazione degli avversari. Qualcuno ricorderà sicuramente gli inizi negativi degli ultimi 16 anni: contro Livorno e Messina nel 2004, contro Ascoli e Sampdoria nel 2005, contro Siena e Parma nel 2007, contro Bologna e Genoa nel 2008, contro Udinese e Livorno nel 2009, contro Cesena e Catania nel 2010, contro Sampdoria e Atalanta nel 2012, contro Verona e Torino nel 2013, contro Empoli e Cesena nel 2014, contro Fiorentina e Genoa nel 2015, contro l’Udinese nel 2016, contro la Sampdoria nel 2017, contro Cagliari ed Empoli nel 2018 e contro Udinese e Torino nel 2019. Insomma una sorta di costante che ha sempre accompagnato il Milan in questi anni: soffrire e magari perdere punti contro squadre neopromosse o comunque poco quotate per il piazzamento in campionato. L'obiezione iniziale pertanto è fondata, ma si scontra inevitabilmente con l'esperienza degli ultimi 16 anni, in cui il Milan aveva come costante i punti persi all'inizio contro le piccole. Ed allora bisogna andare maggiormente in profondità: c'è sicuramente da evidenziare come la squadra allenata da Mister Pioli sia riuscita a dare grande continuità non solo ai risultati, ma anche al gioco espresso nella scorsa stagione che continua ad essere piacevole ed efficace, come possono confermare anche i numeri offensivi della squadra rossonera. C’è, inoltre, un livello di condizione fisica che continua ad essere estremamente buono, con la squadra che continua a mantenere un’ottima gamba ed un’importante soglia aerobica. Banalmente si può dire che il Milan ha ripreso da dove aveva terminato, mantenendo una sua fisionomia ed una identità molto precisa, unendole ad una brillantezza fisica che risalta subito all’occhio. Ci sono poi i meriti del tecnico, troppo spesso sottovalutati, che è riuscito a creare un complesso organico che riesce ad avere dimensione di squadra anche quando si verificano assenze importanti come per esempio quella di Ibrahimovic, di Rebic, di Romagnoli e di Leao. Nonostante i problemi fisici che hanno afflitto questi importanti giocatori, il Milan non ha mai perso il suo essere collettivo ed i giocatori non hanno mai dato la sensazione di essere senza riferimenti in campo. C'è in ultimo da segnalare la crescita esponenziale, sia sul piano tecnico e sia sul piano della personalità, di alcuni giocatori che possono ormai essere considerati delle vere e proprie certezze del Milan di oggi. Parliamo di Ismael Bennacer, di Frank Kessiè e di Theo Hernandez. Sono giocatori che sono riusciti a mettere a frutto le loro qualità, all'interno di un contesto di squadra, alzando tantissimo anche il loro livello di concentrazione e di personalità. L'andamento positivo del Milan di oggi insomma, nasce da tante componenti che, unite dal tratto della continuità, hanno permesso alla squadra rossonera di incamminarsi lungo una strada lastricata di grande prospettive.


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