Incompleti ma più forti Il Milan fra esigenze di mercato e necessità di bilancio

09/10/2020

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Il Milan è riuscito a fare il massimo in questo primo mese di stagione, conquistando i gironi di Europa League dopo aver eliminato Shamrock Rovers, Bodo Glimt e Rio Ave e portando a casa tre vittorie su tre in campionato (contro Bologna, Crotone e Spezia).
Appare alquanto fuori luogo stare qui a fare dei distinguo in riferimento al nome ed al valore degli avversari affrontati, dato che il calendario ha consentito al Milan di non affrontare subito avversari di calibro importante.
Non è mai facile però fare l’en plein affrontando 6 gare in 18 giorni (di cui 3 in trasferte non comodissime in Irlanda, a Crotone e in Portogallo) e, soprattutto, le partite contro le piccole in Italia nascondono sempre insidie particolari.
Il Milan è riuscito a raggiungere i migliori risultati, anche in una situazione di emergenza dovuta ad una serie di infortuni che hanno decimato il reparto difensivo (Conti, Musacchio e Romagnoli), a squalifiche pregresse (Rebic che in coppa non è mai stato utilizzabile), e ad alcuni giocatori positivi al COVID-19 (Leo Duarte, Ibra e Rafael Leao).
Le defezioni hanno costretto il nostro allenatore a ricorrere spesso ad elementi giovanissimi come Lorenzo Colombo e Daniel Maldini che si sono disimpegnati con valore e qualità, facendo emergere appieno la profondità di una rosa che, in emergenza, può attingere dai ragazzi provenienti dal settore giovanile.
Il giudizio sul mercato condotto dal Milan non può che essere positivo, in considerazione delle condizioni in cui lo stesso è stato condotto, con una dirigenza impegnata a rafforzare la squadra dovendo far scendere il costo degli emolumenti dei calciatori ed il costo degli ammortamenti a bilancio.
Sono usciti Biglia, Bonaventura, Laxalt, Reina e Paquetà e sono arrivati Tonali, Brahim Diaz, Tatarusanu, Hauge e Diogo Dalot. Certo alla squadra mancano ancora delle pedine migliorative in ruoli in cui c’è abbondanza, ma non perfetta copertura sul piano della qualità; basti pensare al ruolo di difensore centrale in cui il Milan ha evidentemente intenzione di fare un investimento importante.
Durante gli ultimi giorni di mercato i dirigenti rossoneri hanno provato a sondare i profili di Kabak e di Simakan ma, nonostante contatti fitti, non si è riusciti a trovare la quadra sulla valutazione economica dei due giocatori.
Se ne riparlerà già in gennaio certamente, dato che un innesto difensivo rimane una importante priorità, ma non è possibile sostenere che il mancato arrivo di un difensore centrale, ex sé, comprometta la corsa del Milan alla zona Champions.

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La discriminante tra l’arrivare tra le prime quattro ed il sesto posto è forse l’arrivo di un centrale destinato, almeno inizialmente, ad essere l’alternativa alla coppia titolare composta da Simon Kjaer e da Alessio Romagnoli? Onestamente, anche volendo ritenere un errore il mancato arrivo del difensore, sembra difficile pensare che il destino del Milan dipenda da questo.
La società non se l’è sentita di andare a svenarsi per cifre che andavano ben al di là della valutazione che il Milan dava dei giocatori e questo è un ragionamento che va accettato, atteso che le condizioni del bilancio del Milan sono precarie e le perdite degli ultimi due esercizi superano, sommate, i 270 milioni di euro.
I giocatori non si acquistano tanto per comprare (perché poi quel costo rimane a bilancio per più anni) per la paura di non accontentare la tifoseria nervosa o, ancora peggio, per sedare le argomentazioni critiche di qualche sitarello alla facile ricerca di visibilità.
Il Milan è già così molto più forte e più completo dello scorso anno (perché ha allungato la panchina dando a Pioli alternative di qualità in alcuni ruoli) ed ha tutte le possibilità per giocarsi con il Napoli, la Lazio e la Roma la possibilità di conquistare il quarto posto, utile a raggiungere la qualificazione alla prossima Champions League.

Capitan Uncino

 

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